Fiorentina

Per i viola tre punti di carattere

L'esultanza di German Pezzella dopo il gol vittoria

Nel secondo anticipo pomeridiano della quarta giornata la Fiorentina al Franchi affronta il Bologna, nel cosiddetto derby dell’Appennino, data la vicinanza dei due capoluoghi. Dopo la roboante vittoria contro il Verona, squadra modesta, i viola devono confermare i progressi, consapevoli di affrontare avversari di altro spessore.

Sugli spalti gli spettatori presenti risultano 23.802, con la quota abbonati che chiude a 17.235. Prima della gara è osservato un minuto di silenzio per le vittime dell’alluvione di Livorno, anche i tifosi delle due curve si mobilitano per la tragedia con una raccolta di fondi.

Gli undici titolari di partenza dei viola sono gli stessi visti in campo la scorsa settimana, modulo del 4-2-3-1, Sportiello in porta, Gaspar, Pezzella, Astori (cap.) Biraghi, Badelj, Veretout, Benassi, Thereau, Chiesa, Simeone.

La Fiorentina si porta subito in avanti ma è poco incisiva sotto porta, poche emozioni solo due calci piazzati con Thereau e Biraghi che non sorprendono il portiere rossoblù Mirante. Nel finale di tempo, una bella progressione di Chiesa di 30 metri che con palla al piede arriva in porta, ma il tiro è di poco fuori.

Nella seconda frazione di gioco il primo cambio tra i gigliati: esce Benassi per Gil Dias. Al quinto Chiesa riceve palla dalla sinistra entra in area e con un tiro a giro realizza il vantaggio per la Fiorentina. Neanche un minuto e il Bologna trova il pari con Palacio, in questa occasione difesa dei padroni di casa ingenua e disattenta.

La gara sembra più vivace anche se non ci sono occasioni di rilievo. Al venticinquesimo da un corner battuto da Biraghi, il centrale argentino Pezzella con un colpo di testa riporta i viola in vantaggio. Intanto mister Pioli dà un supporto la difesa con l’ingresso di Victor Hugo al posto di Thereau. L’ultimo cambio l’entrata di Eysseric (recuperato dall’infortunio) al posto di uno strepitoso Chiesa che esce tra gli applausi del Franchi.

Nei minuti finali palo di Palacio, qualche azione sotto porta dei rossoblù ma i viola riescono a contenere. Dopo quattro minuti di recupero il triplice fischio finale e la seconda vittoria consecutiva per i viola. Buona la prova della Fiorentina che ha avuto meno spazi anche per l’avversario che si è difeso con ordine ripartendo in contropiede.

Tre punti di carattere e personalità per una squadra in cerca di una propria identità, che ha dimostrato la volontà di crescere e migliorare. Qualche singolo giocatore è apparso meno brillante della gara precedente, ma nel complesso il centrocampo con Badelj e Veretout ha dato buoni riscontri, così come la difesa oltre a German Pezzella, determinante per il risultato, anche Biraghi e Gaspar hanno dato un ottimo supporto.

Il centrale argentino ha dimostrato di avere ottime doti nella lettura del gioco, nel difendere ma anche nel portarsi in area, come avvenuto con il suo più noto connazionale Daniel Passerella (presente in tribuna al Franchi). Ma i titoli di copertina sono per il protagonista assoluto della gara Federico Chiesa, migliore in campo, goal strepitoso che ha ricordato quello di suo padre Enrico, ma soprattutto ha messo in campo una prestazione da vero leader e trascinatore, che potrebbe diventare, senza caricarlo di troppe responsabilità, un nuovo simbolo per questa Fiorentina.

Piccolo record in questo inizio campionato per i viola: otto goal per altrettanti diversi marcatori, un altro segnale positivo per la squadra, quello di non dare punti di riferimento. Le note positive della gara non devono portare a facili entusiasmi, ma dare quella tranquillità per lavorare e diventare una squadra competitiva.

La prossima gara di calendario nel turno infrasettimanale è quella che sulla carta è proibitiva, dato i diversi valori tecnici, contro la Juventus a Torino, un bel banco di prova per i ragazzi di mister Pioli. Lo sanno anche i tifosi gigliati che hanno intonato cori anti Juve all’uscita dal campo delle squadre, già proiettati verso la gara dell’anno. Tutto può succedere, nel calcio nulla è prevedibile e scontato e chissà a volte non aver nulla da perdere o dimostrare potrebbe essere un bel vantaggio…

Autore

Patrizia Iannicelli

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