Nel quarto turno del girone di ritorno, il big match della giornata è nell’anticipo di sabato alle 18.00, dove al Franchi, la Fiorentina ospita il Napoli. Prima del calcio d’inizio, un minuto di silenzio in segno di solidarietà e vicinanza per la tragedia avvenuta nel Centro Sportivo del Flamengo, le squadre in campo con il lutto al braccio.
Buona l’affluenza di pubblico sugli spalti con 29.377 spettatori. La formazione della Fiorentina, sempre con il modulo del 4-3-3, costretta ad una formazione inedita dato le assenze per infortuni e squalifiche: Lafont tra i pali, in difesa Ceccherini, Pezzella (cap.), Hancko, Biraghi, a centrocampo Dabo, Fernandes, Veretout, in attacco Gerson esterno nel tridente offensivo con Muriel e Chiesa.
Primi minuti di confusione dove il Napoli spreca due occasioni, con Insigne che manda alto, e con Mertens il cui tiro viene bloccato da una bella parata di Lafont. Partita spesso interrotta da falli. La Fiorentina risponde con un tiro di Chiesa che termina in rimessa laterale, e con una gran botta centrale di Veretout respinta dal portiere partenopeo Meret.
I viola in questa parte centrale del primo tempo pressano l’avversario nella propria area, ma è ancora Lafont che salva la porta dei gigliati su un tiro di Mertens. Dopo tre minuti di recupero le squadre vanno all’intervallo.
Nella seconda frazione di gioco si riprende con le solite giocate del primo tempo, l’attacco del Napoli sempre pericoloso, ma la difesa dei padroni di casa e un super Lafont, allontanano le insidie in area, strepitoso il francese su Zielinski.
Il primo cambio dei viola l’ingresso di Vitor Hugo (non ancora al meglio per infortunio), per Hancko. In avanti le incursioni di Chiesa e Muriel che guadagnano metri e qualche corner. Per un presunto fallo di mano in area azzurra si chiede la visione del Var, ma si riprende il gioco senza sanzioni.
Il secondo cambio l’uscita di Gerson per Mirallas. Momenti di apprensione per i viola, quando restano a terra sia Pezzella che Mirallas, il belga è sostituito da Simeone, (cambio programmato), mentre il capitano visibilmente infortunato è costretto a restare in campo, per i tre cambi ormai effettuati. Mister Pioli dà indicazioni di posizione all’argentino, che si porta in avanti.
Gli ultimi minuti, più i cinque di recupero sono di totale sofferenza per la Fiorentina, a corto di fiato e uomini a mezzo servizio. Nell’ultimo affondo del Napoli ancora una parata di Lafont su Milik che salva il risultato. Al triplice fischio dell’arbitro termina la gara a reti inviolate.
L’ennesimo pareggio per i ragazzi di Pioli, ma in questo caso meritato e sofferto, arrivato contro la seconda squadra in classifica ancora in lotta per il vertice. I viola hanno giocato alla pari contro avversari superiori tecnicamente, ed hanno saputo reagire come squadra nei momenti di difficoltà, encomiabili nella parte finale dove è emerso cuore, grinta e carattere.
Il protagonista assoluto il portiere Alban Lafont, che dopo qualche critica iniziale, sta acquisendo di gara in gara una totale sicurezza per diventare uno dei migliori nel suo ruolo, considerata anche la sua giovane età (non ancora ventenne) e con diversi margini di miglioramento. Gli applausi dei compagni a fine gara e dell’intero Franchi, hanno evidenziato la migliore prestazione del francese della stagione.
Poi il capitano, German Pezzella, rimasto in campo anche se infortunato, il suo attaccamento alla maglia, lo spirito di sacrificio, il simbolo di questa squadra, capace di lottare con il cuore ogni oltre ostacolo. Un vero capitano, degno erede di Astori, che lo rappresenta con una fascia che porta con orgoglio. L’attacco non ha avuto gli spazi necessari, Muriel ha sprecato le poche occasioni avute, Chiesa ci ha provato, mancando del guizzo vincente, ma sempre al servizio della squadra.
Un punto non cambia molto la posizione e la classifica della Fiorentina, ma importante per come arrivato, un buon segnale per le gare future, la prossima a Ferrara contro la Spal. Per poi puntare e dare tutto nella doppia semifinale contro l’Atalanta che potrebbe portare all’impresa della finale del 15 maggio a Roma, una strada verso l’Europa.
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