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Qui TelePD, linea al Quirinale

Nuova esternazione di Sergio Mattarella: «La Costituzione tutela le Autorità indipendenti». Obbiettivo, entrare a gamba tesa nella querelle che oppone il Governo italiano ed il suo Documento di Economia e Finanza a quelle Autorità che, come Bankitalia e Korte Konti, hanno espresso – e ci sarebbe mancato altro che il contrario – parere negativo su di essa. Escluse, crediamo le Autorities internazionali delle quali grazie a Dio la nostra Costituzione non fa – e non poteva fare, perché a quel tempo le menti contorte che le hanno partorite non erano nate – menzione.

Passa il tempo, e tu resti ancora ad aspettare il giorno in cui il nostro beneamato Presidente farà una esternazione a favore di quell’Autority sovrana che dovrebbe essere il popolo italiano. Tutelato dalla nostra Costituzione, a quanto ci risulta dai nostri pur vecchi e sorpassati studi, come la più sovrana delle istituzioni. E cominci a pensare che alla fine morirai senza vedere quel giorno.

Sergio Mattarella, lo ha dimostrato da quando è in politica, ha il popolo italiano in gran dispetto, per dirla con Dante Alighieri. E per estensione ha in gran dispetto quel Governo che si è ripromesso nel suo programma di ridare voce, dignità e autodeterminazione a quel popolo. Fosse stato per lui, questo governo sarebbe nato morto, malgrado il Santo Padre abbia lanciato nuovamente anatemi contro gli aborti procurati. Finché sarà per lui, il Presidente, questo Governo non avrà vita facile in nessuno dei giorni che gli sarà dato di vivere e lavorare.

Ci toccherà dunque convivere, a meno che una natura misericordiosa per il popolo italiano non faccia il suo corso (basterebbe un impedimento temporaneo, per carità) oppure i quattro anni di mandato residuo non trascorrano in fretta, con un inquilino del Colle che intende la difesa della Costituzione come ha inteso ogni altra cosa da quando è in politica: a modo suo.

Tito Boeri

Tito Boeri

Sergio Mattarella ricopre una carica che secondo la Carta Costituzionale non ha funzione alcuna di indirizzo politico, e nell’esercizio delle proprie funzioni dovrebbe fare soprattutto una cosa: stare zitto, limitando il potere di esternazione riconosciutogli sempre dalla suddetta Carta ai casi eccezionali per i quali era stato previsto, ricorrenze ufficiali, eventi straordinari, crisi politico – istituzionali di particolari gravità.

Quel potere, invece, a partire dalla presidenza Cossiga è diventato come la pelle delle guance: va dove la si tira. Scalfaro e Ciampi ancora ne hanno fatto un uso tutto sommato moderato, che è diventato smodato con Napolitano (e magari si fosse limitato ad esternare) e addirittura trasversale (come certi messaggi in uso nella terra da cui proviene) con Mattarella.

Questa definizione non è nostra, ma di alcuni dei giornalisti che essendo sostanzialmente in quota alla stessa parte politica che ha eletto lui, intenderebbero peraltro con quotidiana piaggeria di supportarne ed incensarne ogni azione. Basta accendere la TV all’ora di cena, e volersi fare del male, per avere il pasto di traverso sentendo declamare – in una qualche Capalbio mediatica come ad esempio TelePD-Gruber – che «il Presidente ha fatto bene, e che ha dovuto accollarsi il ruolo di opposizione al Governo, perché l’opposizione in questo momento non c’é» (Andrea Scanzi, ospite fisso, ex DJ di provincia passato al simil-giornalismo di lotta e di governo del Fatto Quotidiano), oppure che «l’avvertimento del Presidente preannuncia la sua legittima intenzione di giocare un ruolo» (Paolo Mieli, storico ufficiale di Corte appoggiato presso il Corriere della Sera).

Ecco, finché saranno i Mattarella a difendere in questo modo la Costituzione, e gli Scanzi e i Mieli a cantarne le gesta, siamo messi così. Costretti a lasciare spenta la TV per non guastarsi il sempre più magro pasto serale (ma Tito Boeri dice che se si tocca la Fornero sarebbe addirittura ancora più magro).

O a sognare che nella prossima riforma del codice penale sia introdotto il reato di vilipendio del popolo italiano. Così qualcuno di questi signori sopra citati potrà essere chiamato a rispondere delle proprie responsabilità. O almeno delle sciocchezze dette. Oppure la Costituzione, in qualche articolo che al momento ci sfugge, tutela anche quelle?

Paolo savona, Di Mattarella meno parlo meglio é

Paolo Savona, «Di Mattarella meno parlo meglio é»

 

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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