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Radio Libera

Radio Milano International, la prima storica redazione

Radio Milano International, la prima storica redazione

In Italia la radio era nata ufficialmente nel 1924. Cinquant’anni dopo era ancora monopolio pubblico. Nel nostro paese poteva trasmettere solo la RAI. Radio private erano sorte alla fine della guerra e nell’immediato dopoguerra, esperienze di breve durata non sopravvissute alla normalizzazione, che requisì le frequenze così come aveva requisito le armi ai partigiani.

Nel 1974 si respirava ormai il vento del cambiamento sociale e politico. I tempi erano maturi perché il monopolio pubblico delle trasmissioni audio e video fosse rotto. Da oltre confine provenivano le voci di Radio Montecarlo, Capodistria e Radio Svzzera Italiana, i cui palinsesti tra l’altro erano decisamente più accativanti di quelli della RAI. La Corte Costituzionale, allora forza motrice di progresso giuridico, emanò una prima sentenza in base a cui venivano liberalizzate le trasmissioni via cavo, in audio e in video.

Claudio Cecchetto alal consolle di R101

Claudio Cecchetto alla consolle di R101

Per la televisione fu l’avvio di quel processo che avrebbe dopo pochi anni visto la nascita della TV commerciale di Silvio Berlusconi. Per la radio, la storia fu diversa. Bastava poco per trasmettere, veramente poco, un apparecchio e quattro mura, o anche un furgone. La sentenza della Corte fu il segnale per miriadi di aspiranti radiotrasmettitori per dare vita al fenomeno delle radio libere.

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Gerry Scotti, per diversi anni direttore della radio

Storicamente, la prima fu Radio Parma, che iniziò le trasmissioni il 1° gennaio 1975. Di lì a poco, fu la volta di Radio Milano International, il 10 marzo 1975. Trasmette tutt’oggi, è diventata Radio 101 ed è ancora una delle più ascoltate. Ha fatto la storia della radio così come Mediaset – che dal 2015 ne è proprietaria – ha fatto quella della televisione.

R101200310-001All’inizio, fu una storia avventurosa. Trasmetteva dal furgone dei fratelli Angelo e Rino Borra e Piero e Nino Cozzi, ragazzi milanesi intraprendenti che con la loro emittente itinerante cercavano di sfuggire alla polizia postale che dava loro la caccia. Erano consentite infatti le trasmissioni via cavo, non via etere. Dal furgone a casa Cozzi il salto fu obbligato, ma rischioso. Il 15 aprile la polizia postale sequestrò il trasmettitore. Dopo dieci giorni, il pretore di Milano con una storica sentenza accolse il ricorso della Radio e spianò la strada ad una sentenza altrettanto storica. Nel 1976 la Corte Costituzionale liberalizzò anche le trasmissioni via etere in ambito locale. Le radio libere avevano vinto, e potevano spartirsi finalmente la modulazione di frequenza, quell’FM che gli italiani scoprirono improvvisamente sui loro apparecchi radio.

R101200310-001Nel 1977 Radio Milano international divenne come detto R101, dal numero della frequenza su cui si era posizionata. Divenne anche l’apripista delle radio libere destinate a sopravvivere trasformandosi in radio commerciali, finanziate dalla pubblicità. Fu la prima infatti a tentare questa strada, e la prima anche a scoprire che unendosi in networks con altre radio locali si poteva aggirare la limitazione territoriale stabilita dalla giurisprudenza e diventare di fatto radio nazionali.

Alla consolle della Radio cominciarono ad alternarsi conduttori che sarebbero diventati leggendari, come Claudio Cecchetto, Gerry Scotti, Federica Pancucci, Gene Gnocchi, i Fichi d’India, la Gialappa’s Band, Linus, Teo Teocoli, Cristiano Militello, e scusateci per le decine di altri che stiamo dimenticando di citare.

Da allora, il resto è storia. Quella che per celebrare degnamente facciamo mettere in musica oggi – come allora – ad Eugenio Finardi.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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