NAPOLI (dal nostro inviato) – Nella prima giornata di ritorno la Fiorentina, nell’anticipo serale del sabato affronta il Napoli al S. Paolo. Il maestoso impianto, rinnovato nei diversi settori, è semi deserto, causa una contestazione che va avanti da mesi dei vari gruppi organizzati, sia per sanzioni disciplinari verso alcuni supporter, ma anche in contrasto con decisioni societarie e con gli ultimi risultati negativi, che hanno portato al cambio dell’allenatore.
Gli spettatori presenti sono 22.219, 302 provenienti dal capoluogo toscano. All’ingresso in campo lo speaker legge le due formazioni, i nomi dei giocatori rimbombano ed echeggiano, ancora di più, i cori dei tifosi viola, le uniche voci nel silenzio totale. I pochi di casa sugli spalti, rispondono con fischi all’indirizzo dei cori degli ospiti, ma anche verso i giocatori azzurri.
La Fiorentina indossa la tenuta rossa, colore in onore del quartiere di S. M. Novella. Gli undici titolari, con il modulo del 3-5-2, sono: Dragowski, Milenkovic, Pezzella (cap.), Caceres, Lirola, Benassi, Pulgar, Castrovilli, Dalbert, Chiesa, Cutrone.
La partita entra subito nel vivo già dai primi minuti, Milik impegna Dragowski, ma il primo episodio dubbio è il fallo di mano in area partenopea di Allan che non ravvisa l’arbitro. Dopo il consulto con il Var, si riparte da metà campo, molti dubbi sul tocco evidente. Al venticinquesimo grande azione dei viola, una serie di passaggi, ultimo quello di Pulgar per il perfetto cross di Castrovilli per Benassi, che rimette nel mezzo dove Chiesa stoppa e calcia verso la porta con il goal del vantaggio.
Urlo di liberazione dell’ala viola, finalmente in goal dopo tre mesi, che si porta verso la panchina per festeggiare con il mister e il resto della squadra. Una perla del numero 25 che si ripete poco dopo, ma il portiere Ospina salva la porta.
Dopo tre minuti si va all’intervallo. Nella seconda frazione di gioco i viola si chiudono bene, recuperano diversi palloni a centrocampo, gli avversari sbagliano diversi passaggi. Un palo esterno di Insigne da fuori area mette i brividi, la risposta della Fiorentina è immediata, con una giocata di Castrovilli che offre un pallone incredibile in area a Chiesa, il portiere azzurro ancora protagonista salva i suoi.
Al primo cambio esce Cutrone, ottimo l’impatto del neo acquisto, già a proprio agio con i compagni, per Vlahovic. Il serbo, dopo pochi minuti realizza il raddoppio con un goal straordinario. Scambio Chiesa-Lirola, con lo spagnolo che appoggia su Vlahovic, il classe 2000 punta il difensore, si sposta il pallone sul sinistro e con un gran tiro porta al doppio vantaggio.
Il secondo cambio è Sottil al posto di Chiesa, nei minuti finali fa l’ingresso in campo Ceccherini per Dalbert ammonito. I viola chiudono gli spazi sulle ultime azioni offensive del Napoli, che al triplice fischio finale esce dal terreno di gioco subissata da fischi.
I gigliati alla terza vittoria in una settimana (compreso il turno di Coppa Italia), e anche se con un avversario in difficoltà, espugnano un campo difficile e ostico (l’ultimo successo nel marzo 2014, poi solo un punto portato via). Senza lasciarci trascinare nei facili entusiasmi e trionfalismi (leciti in questo caso, ma che nel calcio possono sempre essere ribaltati), non possiamo non evidenziare una trasformazione della squadra, da timida e impacciata, in crisi di gioco e risultati, che ha ritrovato condizione fisica, motivazioni e spirito di gruppo.
L’intesa tra mister e giocatori è evidente, per aver rimesso in gioco giocatori relegati ai margini come Benassi, o al di sotto delle loro capacità tecniche come Lirola, (goal pesante e assist nelle ultime gare), e Pulgar. I ringraziamenti di Iachini, a partire dai veterani, sono la dimostrazione che qualche problema di spogliatoio esisteva nella passata gestione. Di certo non giustificabili, ma che spesso purtroppo ci sono come regole non scritte.
Nella serata di ritrovata armonia e sintonia, i complimenti al direttore d’orchestra Iachini, che oltre ad un migliore assetto tattico con piccoli accorgimenti, ha portato grinta e carattere, con numeri importanti (quelli che contano) che stanno convincendo anche gli ultimi scettici. Nella squadra, tre tenori protagonisti: Chiesa finalmente trascinatore e decisivo, che sta ritrovando la sua forma migliore (dopo l’infortunio), una gara formidabile di costruzione ma anche di intesa e supporto per e dai compagni; la classe di Castrovilli fulcro del centrocampo, fondamentale nella costruzione in avanti, ma spesso determinante in difesa, una grande prestazione, ma soprattutto una certezza per il futuro; il serbo Vlahovic, arrivato dalla Primavera come promessa, che ha chiuso la gara con un gol incredibile (abbiamo affermato che se fosse stato realizzato da qualche illustre attaccante di squadra titolata, la stampa lo avrebbe consacrato), doti tecniche e potenzialità che possono solo migliorare, vista la sua giovane età.
Infine tutti gli altri giocatori nei diversi reparti, dalla difesa al resto del centrocampo, una squadra trasformata e cresciuta, che deve mantenere i piedi per terra per continuare a risalire la classifica (Iachini in sala stampa al S. Paolo, ndr). Una settimana da incorniciare, ottenuta anche con un pizzico di fortuna, non significa aver risolto le problematiche, ma la strada intrapresa è quella giusta, poi l’innesto di qualche rinforzo potrebbe diventare una svolta per una stagione che sembrava perduta.
La rinascita Viola, dopo momenti di buio e tensioni, sembra aver portato ottimismo e nuove premesse, in fondo, da queste parti polemica, contraddizione ed euforia sono sempre state in totale alchimia.
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