VERONA (Dal nostro inviato) – Dopo la sosta per gli impegni delle Nazionali si torna in campo per il tredicesimo turno di campionato. La Fiorentina affronta in trasferta l’Hellas Verona. Dato lo storico gemellaggio tra le due tifoserie, il primo vero esodo dei supporters gigliati al seguito della squadra. Esaurito il settore ospiti con più di tremila tagliandi venduti, ma molte sciarpe e bandiere negli altri settori. In totale sugli spalti sono presenti 22.581 spettatori.
Prima della gara il saluto ai tifosi da parte di Joe Barone e Joseph Commisso. Grande emozione e lunghissimo applauso per lo storico speaker giallo blù Roberto Puliero, scomparso in settimana. Montella ancora una volta costretto a cambiare la squadra e modulo, a causa di squalifiche e infortuni. Gli undici di partenza partono con il modulo del 3-5-2, Dragowski tra i pali, Milenkovic, Pezzella (cap.), Caceres, Venuti, Benassi, Badelj, Cristoforo, Dalbert, Vlahovic, Ribery.
Pochi secondi dal fischio d’inizio e brutto fallo di Di Carmine che con una gomitata colpisce violentemente il capitano Pezzella, costretto a lasciare il campo, tra rabbia e disperazione. Infortunio non di poco conto (già subìto lo scorso maggio), frattura zigomatico-orbito mascellare, che lo costringerà lontano dai campi di gioco per diverso tempo. Il veronese ammonito solo con un giallo. Primo cambio forzato per Montella, entra al posto di Pezzella Ceccherini.
Il Verona si porta in avanti ma la difesa dei viola cerca di contenere le incursioni avversarie. La Fiorentina in avanti con Ribery che prova la soluzione personale, respinta dai difensori. I pericoli arrivano dai padroni di casa che impegnano il portiere polacco Dragowski, in diverse occasioni, prima con il trequartista Verre poi con Gunter. Gli scaligeri sempre in avanti e molto aggressivi, evidenziano la loro fisicità ricorrendo anche a diversi falli, gomitata di Bocchetti per Vlahovic, nessuna sanzione da parte dell’arbitro, giallo per Pessina per un intervento su Milenkovic.
La prima occasione per i viola, un passaggio di Ribery per Vlahovic, il tiro del serbo viene respinto dal portiere Silvestri. Nel frattempo inizia a cadere una leggera ma costante pioggia. Ancora falli degli scaligeri, Bocchetti interviene a piedi uniti su Badelj, l’arbitro non interviene. I viola in sofferenza: Dragoswki si oppone su Faraoni, Venuti anticipa Gunter. Prima dell’intervallo ennesimo fallo su Ribery, non considerato dall’arbitro. Dopo due minuti di recupero si rientra negli spogliatoi, la pioggia insistente e copiosa, quasi un nubifragio.
Nella seconda frazione di gioco i viola sembrano più determinati, ma senza essere incisivi e pericolosi sotto porta. Dalla parte opposta è Salcedo che impegna Dragoswki ancora protagonista con una bella parata. Ci prova Ribery che non trova la conclusione, anche per la stretta marcatura della difesa scaligera. Il secondo cambio tra i viola esce Venuti (ammonito), per Lirola.
Al sessantaseiesimo arriva il goal dei padroni di casa, cross di Faraoni, velo di Verre e tiro di Di Carmine che trova l’angolo della porta. L’ex di turno Samuel Di Carmine cresciuto nelle giovanili della Fiorentina, al primo goal in serie A. La squadra viola prova una minima reazione, ma il Verona si oppone e non lascia spazi.
Il terzo cambio è l’ingresso di Ghezzal al posto di Benassi. Poche occasioni degne di cronaca in questa parte finale, la gara sembra ormai alla conclusione, qualche incursione dei viola nei cinque minuti di recupero, Badelj spreca un passaggio, Ribery è anticipato, prima del triplice fischio finale che decreta un’altra sconfitta per la Fiorentina.
Dal settore ospiti mentre la squadra va a salutare, arrivano i primi fischi, leciti e giusti per un’involuzione totale di squadra e dei singoli. Il migliore della gara il portiere Dragowski che evita un altro disastro collettivo ed evidenzia la prestazione incolore dei compagni. Dalla difesa buon approccio di Ceccherini, e del solito Caceres che per impegno ed esperienza non sfigura.
Le delusioni arrivano dal centrocampo il reparto che offre poche garanzie, le assenze di Pulgar e Castrovilli pesanti, ma le prove di Badelj e di Benassi, due veterani, non trovano giustificazioni, nel complesso meglio Cristoforo assente da due anni. In attacco Vlahovic ha provato con qualche tiro, anche se il serbo non ha avuto palloni da sfruttare. Dopo la pesante squalifica Ribery torna a prendersi sulle spalle la squadra, spesso solo in mezzo al campo, senza supporto dei compagni, ci prova fino all’ultimo minuto.
L’assenza di Chiesa, incomprensibile, nel post gara ha posto quesiti e discussioni per i motivi che lo hanno tenuto fuori: un problema fisico è accettabile, ma è trapelato anche quello mentale, e se cosi fosse, si aprirebbe un caso che non vogliamo neanche immaginare.
Un secondo stop per i viola, privi di idee e gioco, che ridimensiona le aspettative (comprendiamo tempo e pazienza in un anno di transizione) di un collettivo per gettare le basi per il futuro. Giusto da parte della società non fare proclami e false promesse, ma è comprensibile pretendere da mister e squadra motivazioni e atteggiamento, quello che è mancato nelle due ultime gare. I prossimi impegni, il match in casa contro il Lecce nell’anticipo del sabato, il quarto di Coppa Italia il prossimo martedì contro il Cittadella, due gare alla portata per ripartire e uscire da questo periodo negativo.
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