E veniamo al capitolo dei telefilm, gli antenati delle serie TV moderne. Abbiamo parlato di Rin Tin Tin, di Zorro e tanti altri, per stare soltanto alla fascia pomeridiana della TV dei ragazzi. Di altri dobbiamo ancora parlare. Oggi ci dedichiamo a quella categoria di telefilm che le televisioni europee si passavano dall’una all’altra, per le rispettive fasce pomeridiane dedicate a…. les enfants, i bambini.
Nel 1973 la TV francese, la prolifica ORTF, calò un bell’asso portando in palinsesto la trasposizione di un bel libro d’avventure scritto da Paul Wagner. Graine d’ortie, Seme d’ortica, la storia di un bambino abbandonato dalla madre nel momento più buio della storia di Francia, l’occupazione tedesca nella seconda guerra mondiale.
Romanzo a quanto pare autobiografico, in cui Wagner raccontò peripezie che erano state sue, in tutto o in parte. La TV d’Oltralpe ne ricavò un suggestivo telefilm in 13 puntate di 26 minuti ciascuno che commossero il pubblico infantile (e non solo) anche da noi, due anni dopo nel 1975.
L’orfanello che passa da una cocente delusione all’altra nel mondo degli adulti in quel momento indubbiamente al suo peggio, ricerca la sua mamma fino in Africa, e soprattutto ricerca il suo posto nel mondo. Giustificando il celebre aforisma secondo cui il seme d’ortica, il meno valutato, attecchisce alla fine anche sui terreni più inospitali.
Regista era Yves Allegret, che poi avrebbe portato sui nostri teleschermi anche Orzowei, l’avventura ed il romanzo di formazione secondo il nostro mai abbastanza adorato e benemerito maestro Alberto Manzi. Accompagna la vicenda la colonna sonora di una enfant prodige dell’epoca, Sylvie Vartan, icona della musica giovanile europea. L’homme que tu serais, per chi sa il francese, commuove quanto la storia di cui era sigla.
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