Fiorentina

Solita Fiorentina, amara sconfitta

Nel diciottesimo turno di campionato, con il ritorno del boxing day dopo 47 anni, i viola al Franchi affrontano la neo promossa Parma. Buona l’affluenza di pubblico con 31.767 spettatori sugli spalti, agevolati anche dalla temperatura mite e dal giorno di festa. Presente in tribuna autorità il patron Andrea Della Valle. Gli undici titolari sono: Lafont tra i pali, Milenkovic, Pezzella (cap.), Vitor Hugo, Biraghi, Benassi, Veretout, Fernandes, Chiesa, Simeone, Pjaca in sostituzione del belga Mirallas fermo per influenza.

La Fiorentina inizia bene, subito in avanti con un tiro di Benassi respinto corto dal portiere gialloblù Sepe, sulla ribattuta Chiesa non riesce ad intervenire. Al sedicesimo ci provano Pjaca, conclusione rimpallata, un tiro di Chiesa respinto in corner dal portiere. Ancora i viola al venticinquesimo con un colpo di testa di Pezzella, e due conclusioni di Simeone, attenta la difesa ospite.

Intanto l’arbitro di turno Fabbri ai primi interventi elargisce cartellini ai difensori viola, dopo Milenkovic, giallo anche per Pezzella. Al quarantesimo cambio obbligato tra i gigliati esce Milenkovic per un fallo precedentemente subito, al suo posto entra Laurini. Neanche il tempo di posizionarsi in campo che il francese è il terzo ammonito, discutibile la gestione dei cartellini e l’operato dell’arbitro.

Al quarantunesimo, chiesta la visione del Var per un tocco di mani in area del ducale Bastoni, ma dopo il consulto si decide per l’intervento involontario. Nei due minuti di recupero incredibile svarione di Vitor Hugo che manca il pallone, recuperato da Inglese che dalla destra con un diagonale batte Lafont, e vantaggio degli ospiti, con zero tiri in porta.

Nella seconda frazione di gioco la difesa ospite non lascia spazi, i tiri dei viola partono da lontano senza esito positivo. Mister Pioli prova con il secondo cambio esce Benassi per Gerson. Ci provano ancora i viola con Veretout, il tiro termina in fallo laterale, con Chiesa ma la difesa parmense impenetrabile. Al sessantaseiesimo espulsione di Vitor Hugo che ferma Biabany lanciato a rete, viola in dieci. La gara si complica ulteriormente, in un paio di occasioni si rischia di soccombere.

L’ultimo cambio l’ingresso di Ceccherini al posto di Fernandes. I viola cercano di portarsi in area, ma la difesa ospite alza un muro dove gli attaccanti rimbalzano. Quasi al termine della gara ancora un giallo pesante per Gerson che salterà la prossima gara. Nei quattro minuti di recupero, anche Lafont insieme ai compagni nelle ultime fasi arrembanti, per recuperare il risultato, ma dopo due vittorie che avevano fatto ben sperare, arriva una brutta sconfitta.

Inglese fulmina Lafont in contropiede dopo l'errore di Vitor Hugo

Inglese fulmina Lafont in contropiede dopo l’errore di Vitor Hugo

All’uscita dal campo i soliti cori contro la società da parte dei tifosi, senza mai mancare del supporto verso la squadra. Pessima la direzione dell’arbitro fin dalle prime battute della gara, con diverse decisioni discutibili, falli ripetuti degli avversari non sanzionati, ammonizioni facili per i viola. Questo non deve giustificare una prestazione opaca e senza idee, la sola volontà e l’ impegno non sono bastati, i 34 tiri verso la porta, mai pericolosi, hanno evidenziato ancora una volta le solite difficoltà realizzative del reparto offensivo in piena crisi.

Dopo il successo a Milano contro una diretta concorrente, la classifica faceva ben sperare, e questa gara poteva portare ad un ulteriore salto di qualità. Invece si commenta una debacle su ogni reparto, la difesa con l’errore determinante del difensore brasiliano Hugo che regala il goal e lascia la squadra in inferiorità numerica, il centrocampo con Veretout che non trova spazi, Fernandes e Gerson senza iniziativa, l’attacco con Pjaca che spreca l’ennesima occasione per convincere il mister per un posto da titolare, l’ombra di se stesso, Simeone inconcludente con una prestazione insufficiente.

Si torna a parlare della solita Fiorentina, e di una brutta sconfitta che ridimensiona le ambizioni, un passo indietro dopo le ultime gare che avevano illuso. La squadra più giovane d’Europa, promessa per il futuro resta un’ eterna incompiuta, con un arduo cammino da percorrere per crescere e capire dove arrivare. Quasi al termine del girone di andata il bilancio è deludente, bisogna cambiare qualcosa a gennaio, nei singoli, nel gioco. La lunga pausa invernale (con il solo turno di Coppa Italia) e il mercato possono ancora modificare e migliorare una stagione ancora da decifrare.

Autore

Patrizia Iannicelli

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