Riprende il campionato dopo la sosta per gli impegni delle Nazionali, mentre di giorno in giorno si allunga la lista delle squadre di serie A con i casi di positività dei propri giocatori (Atalanta, Crotone, Genoa, Inter, Juventus, Milan, Napoli, Parma, Roma, Sassuolo Spezia, Torino, Verona).
The show must go on, e tutto prosegue. Prima di commentare la performance della nostra amata squadra sul campo neutro di Cesena contro la neo promossa Spezia, facciamo un piccolo excursus delle ultime settimane. Archiviata in malo modo la telenovela Chiesa con il passaggio alla Juventus, il Direttore Sportivo Pradè (encomiabile perchè non si tira mai indietro e si sottopone alla gogna mediatica), spiega le uscite e le entrate del mercato chiuso il 5 ottobre.
Ribadisce la scelta che Callejon (lo spagnolo arrivato a parametro zero) sarebbe arrivato anche con la permanenza di Chiesa, (parole al veleno per il passaggio del numero 25). Parla di mercato in entrata importante (considerando anche i 60 milioni spesi a gennaio), che il reparto offensivo è completo (Vlahovic, Kouamè, Cutrone), che la squadra rafforzata è forte e di esperienza (età media 27 anni), il monte ingaggi di 81 milioni aumentato rispetto alla scorsa stagione (settimo del campionato, ndr).
Nei giorni seguenti viene presentato il progetto definitivo,(dopo il via libera anche della Sovrintendenza), del Viola Park, il centro sportivo che sorgerà nei pressi di Bagno a Ripoli, con le parole decise del presidente Commisso, risentito sulle polemiche sorte per la questione stadio, di prendere le decisioni in assoluta autonomia.
Insomma si continua a parlare di tutto e anche di più, ma di gioco e squadra poche battute, mentre cresce il malcontento nella tifoseria che prevede un’altra stagione di sofferenza. Anche l’appoggio incondizionato al presidente e dirigenti comincia a traballare, con critiche e polemiche. La sconfitta in casa con la Sampdoria rimaneggiata brucia parecchio, tutti sul banco degli imputati, a cominciare dal tecnico (come avviene nel calcio il primo a pagare) già messo in discussione con i probabili sostituti.
A proposito del mister, Iachini fortemente confermato dal presidente in prima persona, nella conferenza pre gara contro lo Spezia lascia alquanto perplessi con le sue dichiarazioni. La fascia a Chiesa nella sfida prima della sua cessione è stata normale nelle gerarchie in quanto vice capitano, non sapeva del suo trasferimento (???), la posizione di Amrabat (in tanti considerata fuori ruolo) decisa dal giocatore. Risposte che lasciano increduli, la società non decide il mercato con il tecnico, il tecnico non dovrebbe dare una posizione in campo ai giocatori sfruttando le loro caratteristiche?
Si resta perplessi e attoniti alla vigilia di un match sulla carta alla portata, anzi di valore tecnico inferiore. Si arriva con questo bagaglio di dubbi e incertezze al match contro la neo promossa. Mister Iachini ancorato al modulo del 3-5-2, recupera il capitano Pezzella e Lirola, il neo arrivato Callejon parte dalla panchina. Dragowski, Caceres, Milenkovic, Pezzella (cap.), Lirola, Bonaventura, Amrabat, Castrovilli, Biraghi, Ribery, Vlahovic.
Nello Spezia il mister Italiano deve fare la conta dei disponibili, con nove titolari assenti, compreso Galabinov il giocatore più rappresentativo. In quattro minuti la Fiorentina è in doppio vantaggio, goal di Pezzella e Biraghi, e tutto sembra presagire una giornata positiva. Mentre cala il ritmo e anche la tenuta dei viola, cresce la determinazione degli avversari che accorciano le distanze a fine tempo con Verdi.
Nel secondo tempo una squadra assente, senza carattere, senza gioco, i cambi dettati dal momento non cambiano le cose, in ordine Igor per Pezzella, Cutrone per Vlahovic, Callejon per Castrovilli e Pulgar per Bonaventura (al 78°), mentre lo Spezia raggiunto il pari al 75° continua a pressare. Viene sostituito come rituale nei minuti finale Ribery per Kouamè (altra prova modesta) e nei cinque minuti di recupero si rischia anche di perdere la gara.
Una Fiorentina inguardabile, con giocatori senza carattere, scesi in campo con sufficienza e arroganza. Un pari che ha il sapore di una sconfitta, il nervosismo in campo tra diversi giocatori, una battuta non lusinghiera verso la panchina (il botta e risposta giustificato dalla società), lo scoraggiamento di Ribery, sono segnali di una situazione che non lascia tranquilli.
Tutta la squadra ha mostrato limiti con una prestazione indecorosa, la difesa con errori incomprensibili arrivati da giocatori di esperienza, il centrocampo non ha dato supporto all’attacco, Castrovilli ha perso brillantezza e fantasia, il reparto offensivo evanescente e impalpabile. A proposito dell’attacco fare esperimenti sembra più dannoso che utile, alternare i tre giovani attaccanti sta portando a confusione in campo e tra gli stessi ragazzi sempre sotto processo.
Infine l’allenatore, abbiamo scritto che sono giorni che si parla di cambio, forse non è produttivo per un mister che deve preparare la gara, ma nello stesso tempo era risaputo che la conferma portava quei limiti di bravo allenatore ma non un salto di qualità. Segnali d’allarme che scatenano le ire dei tifosi, che finita la serafica pazienza pretendono giustamente un cambio di rotta, sarebbe inaccettabile l’ennesima stagione fallimentare.
Una squadra competitiva deve esserlo sui campi, con motivazioni, obiettivi e gioco, cose che al momento sono assenti nella squadra viola. Lo scorso anno abbiamo vissuto le stesse situazioni, con il cambio del mister a dicembre, insomma la stessa storia che si ripete, con il solito copione, una nenia avvilente che sarebbe il caso di cambiare quanto prima.
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