Marco Pantani (Cesena, 13 gennaio 1970 – Rimini, 14 febbraio 2004)
«Un giorno, al Tour, gli avevo chiesto: Perché vai così forte in salita? E lui ci aveva pensato un attimo e aveva risposto, questo non riesco a dimenticarlo: “Per abbreviare la mia agonia”».
(Gianni Mura)
«Mi sono rialzato, dopo tanti infortuni, e sono tornato a correre. Questa volta, però, abbiamo toccato il fondo. Rialzarsi sarà per me molto difficile»
(Marco Pantani, Madonna di campiglio, 5 giugno 1999)
Nel giorno in cui gli innamorati festeggiano se stessi, ogni anno molti si ricordano di aver lasciato un pezzetto di cuore sotto una serie di monumenti eretti su Monte Carpegna, Col de Galibier, Passo del Mortirolo, luoghi storici del ciclismo. Tutti dedicati alla stessa persona, l’ultimo dei cavalieri a due ruote, Marco Pantani.
La famiglia lotta ancora dopo quasi vent’anni per ristabilire la sua immagine di cavaliere senza paura, e soprattutto senza macchia.
Ma nel cuore degli appassionati, è una battaglia già vinta. Che anzi non avrebbe dovuto neanche essere combattuta.
Marco Pantani, detto il Pirata. Questa è la storia.
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