Era un burattinaio, né più e né meno come Mangiafuoco, ma molto più simpatico. Di sicuro lo erano i suoi personaggi. Muppet in inglese significa burattino, e se applicato ad una persona il termine può assumere anche il significato di tonterello. Per decenni ci siamo sganasciati alle gags dei suoi burattini tonti, prima in TV, poi al cinema.
Jim Henson era nato a Greenville, nello Stato del Mississippi, il 25 settembre 1936. Avrebbe oggi la stessa età di Robert Redford, per capirci, se una polmonite assassina non se lo fosse portato via nel 1990. I suoi Muppets erano leggenda da almeno trent’anni, tanto da meritare al loro creatore l’offerta di acquisizione da parte della Walt Disney Company che prima o dopo è toccata a tutti i geni dell’animazione. E che nel suo caso fu accolta ben volentieri, nel presupposto rivelatosi purtroppo illusorio di poter avere così ancora tanti anni davanti a sé per creare qualcos’altro.
Il primo Muppet era nato per caso, nel 1955. All’Università del Maryland dove studiava e dove frequentava corsi d’arte e di economia domestica, fu coinvolto da alcuni creativi in un progetto di animazione – un live-action, si dice adesso – di burattini da mandare in onda su un network locale, la WRC-TV.
Si trattava di non più di cinque minuti, ma bastarono per farlo sfondare. Il suo primo burattino lo aveva allestito riciclando un paio di vecchi jeans ed un vecchio cappotto della madre, due palline da ping pong come occhi. Inizialmente il personaggio era quello di una lucertola, poi si evolvè in una rana, assai più simpatica.
Era nata Kermit, a cui seguirono una schiera di tontarelli, pardon, di burattini. La prima uscita della banda fu Sam and Friends, lo spettacolo breve prodotto dalla matricola Henson per la WRC, che andò in onda fino al 1961.
Poi fu la volta del celebre spot per l’azienda Caffè Wilkins, dove un Muppet chiamato Wilkins (con la voce di Kermit) era posto dietro un cannone visto di profilo. Un altro Muppet di nome Wontkins (con la voce di Rowlf, il cane umanizzato) era davanti alla canna. Wilkins chiede: Che cosa ne pensi del Caffè Wilkins? e l’altro risponde: Non l’ho mai provato! Allora Wilkins gli spara con il cannone. Poi gira il cannone verso la telecamera e chiede: E cosa ne pensi tu?.
Che cos’é il genio? Henson più tardi lo avrebbe spiegato: «Fino ad allora le agenzie pubblicitarie cercavano di vendere i loro prodotti imponendoli duramente. Noi abbiamo pensato: perché non venderglieli facendo ridere?»
Dopo un periodo in cui Henson si impose con le sue apparizioni in talk show come l’Ed Sullivan Show, arrivò finalmente il momento del Muppets Show. Erano gli anni 70, e per affermarsi definitivamente come profeta Nemo dovette lasciare momentaneamente la sua patria. Lo Show nacque in Inghilterra, anche se poco tempo dopo fece ritorno trionfale negli U.S.A., dove nel 1979 Hollywood l’aveva già scritturato per il primo film animato.
Al successo della rana e dei suoi compari fece da contraltare il flop di Labyrinth, progetto cinematografico a cui Henson teneva molto e che nonostante la preziosa partecipazione di stars come David Bowie (che ne scrisse e cantò anche la colonna sonora) e Jennifer Connelly non incontrò il favore del pubblico, amareggiando un po’ gli ultimi anni di vita del burattinaio.
Il brano che abbiamo scelto è del 1977. Ognuno lo riconoscerà anche qui in Italia, perché è diventato parte della leggenda della nostra TV dei Ragazzi. Cantano lo stesso Jim Henson ed il suo omologo britannico, il burattinaio cinematografico Frank Oz (l’animatore e la voce di Yoda in Guerre Stellari, nonché regista della Piccola Bottega degli Orrori, per dirne solo due).
Lascia un commento