(Nella foto il minuto di silenzio delle due squadre, gentilmente concessa da Paolo Giuliani)
Dopo l’abbraccio virtuale della tifoseria alla squadra nel primo allenamento a porte aperte, nella notte del successivo giovedì sulla Toscana e in particolare sull’area metropolitana di Firenze, si abbatte un violento temporale, che in poche ore causa esondazioni di fiumi e torrenti.
Da subito si comprende la situazione drammatica che già dalle prime ore coinvolge migliaia di abitanti in diversi paesi, con mancanza di energia elettrica e acqua, ma soprattutto con un bilancio pesante di alcuni dispersi e vittime.
I gruppi organizzati della Curva Fiesole con un comunicato chiedono la sospensione della gara, ma dagli organi competenti compresa Lega calcio e Osservatorio delle Manifestazioni Sportive del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, si conferma che non ci sono motivi per un divieto allo svolgimento.
L’appello inascoltato della tifoseria, condiviso da sindaco, politici, autorità e dalla maggior parte degli abitanti, porta ai gruppi della Fiesole ad un secondo comunicato dove con iniziative, raccolte, e aiuti materiali, a sostegno delle popolazioni colpite, confermano che non saranno presenti sugli spalti e invitano a disertare lo stadio.
Molti tifosi e sostenitori viola, al fianco delle popolazioni colpite, offrono il loro aiuto per ripulire case e strade dall’acqua e dal fango, anche nella domenica della partita. In questo clima di emergenza, la partita dell’anno, la gara che non sarà mai come le altre, passa in secondo piano, ma come normale porta polemiche e discussioni, per qualcosa che si poteva evitare.
In questo prologo che già descrive una giornata surreale, proviamo a scrivere qualche parola di una gara che sarà ricordata forse solo per la mancanza di sensibilità e non certo per l’evento sportivo, privata dallo spettacolo e dalla festa annunciata con la coreografia, e con una parte della Curva assente.
Nel primo pomeriggio nella zona stadio, non coinvolta dai forti temporali, il solito brusio, gruppi di ragazzi, intere famiglie, molti arrivati da tutta Italia. Sugli spalti con le previsioni di sold out per tagliandi venduti, i presenti effettivi sono 31.628 spettatori, un ottimo impatto scenico, anche se la parte della Curva vuota fa un certo effetto.
Dal settore ospiti esaurito in tutta la capienza partono i soliti cori di scherno, ma il Franchi risponde a tono, con la sciarpata che coinvolge tutti i settori.
All’ingresso in campo delle squadre, lo spaeaker legge un messaggio di solidarietà della famiglia Commisso verso le famiglie colpite dalla terribile alluvione, subito dopo viene osservato un minuto di silenzio disposto dalla Lega su tutti i campi.
Le due formazioni si posizionano a centro area, in un unico abbraccio, dal settore ospiti uno striscione di sostegno, anche in altre città dagli spalti manifestazioni di sostegno.
La formazione con il solito modulo del 4-2-3-1, Terracciano tra i pali, Parisi, Quarta, Ranieri, Biraghi, Arthur, Mandragora, Nico Gonzalez, Barak Kouame, Beltran. Parte molto bene la Fiorentina che crea diverse occasioni da rete, gli avversari si chiudono per partire in contropiede. Al decimo dalla sinistra incursione di Kostic, con Parisi che non riesce ad ostacolare, cross del bianconero in area con Miretti che di piatto batte Terracciano, prima azione e vantaggio degli ospiti.
La gara prosegue con la solita scena, viola che creano, propongono e che non trovano il passaggio vincente, bianconeri che difendono anche con tiri imprecisi.
Trai gigliati il più attivo Gonzalez, alla mezz’ora con un sinistro costringe il portiere alla respinta, la pressione dei viola continua con una buona occasione di Kouame.
La prima ammonizione verso gli avversari dell’arbitro di turno Chiffi al 43esimo, dopo diversi e ripetuti interventi che interrompono la gara, con il pubblico che esprime il proprio dissenso.
Al 45esimo ancora una parata di Szczesny su punizione battuta da Biraghi. Nei tre minuti di recupero un colpo di testa di Ranieri di poco al lato.
Nella ripresa, il primo cambio esce Beltran per Nzola, il solito copione forcing dei viola con possesso palla totale, si gioca nella metà campo avversaria, ancora interruzioni con falli tattici. Si prosegue con un numero incredibile di cross e conclusioni dei gigliati, ma la difesa bianconera è invalicabile.
Al 60esimo Bonaventura prende il posto di Barak. Si chiede un controllo Var per una spinta in area su Mandragora, ma nessun penalty per un contatto minimo. Il tiro al bersaglio verso la porta juventina continua, ci provano Bonaventura, Quarta con tiro ravvicinato, Parisi con un tiro cross.
L’ingresso in campo dell’ex Vlahovic, è subissato da fischi, anche il secondo ex Chiesa riceve lo stesso trattamento. Al 77esimo doppia sostituzione fuori Arthur e Kouame per Sottil e Ikonè.
Il neo entrato Sottil subito pericoloso ma non riesce a perforare la difesa davanti la porta avversaria. L’ultimo cambio l’esordio del colombiano Jerry Mina al posto di Ranieri. Nei cinque minuti di recupero nessuna azione di rilievo, con il fischio finale che condanna oltremodo la Fiorentina alla terza sconfitta consecutiva.
La seconda gara giocata alla pari, dopo quella all’Olimpico, a lunghi tratti superiori agli avversari che hanno avuto una palla goal sfruttata al meglio, con una difesa e perdita di tempo da squadra da retrocessione, massimo risultato con minimo sforzo.
La Fiorentina esce a testa alta con l’applauso del pubblico, ancora una volta buon gioco con tante occasioni create, 24 tiri, possesso palla al 70%, ma poca concretezza e cattiveria agonistica sotto porta, carente il reparto offensivo che resta a 0 reti in tre gare di campionato.
In sintesi la Fiorentina gioca, la Juve vince. Sulla prestazione dei singoli e sui diversi reparti, si comprende nelle precedenti righe, l’andamento generale, la determinazione del gruppo, piccole sbavature in difesa, qualche giocatore sottotono, meno brillante chi in genere fa la differenza.
Un periodo sfavorevole per la Fiorentina, che ha tutti i mezzi per ripartire, il prossimo giovedì con la gara di Conference in Serbia, un viatico per ritrovare la vittoria, e fiducia e ottimismo per risalire la classifica con le prossime gare di campionato.
Intanto in questa gara così importante, il mondo del pallone, che dovrebbe rappresentare passione divertimento e spirito di aggregazione, ha perso l’ennesima occasione per dimostrare che non contano solo gli introiti, ma anche coloro che sono la vera essenza degli stadi, i tifosi che danno senza ricevere, il rinvio sarebbe stato un ottimo segnale di sensibilità e vicinanza verso la popolazione coinvolta.
Niente di nuovo sul fronte, nessuno si stupisca o si meravigli, the show must go on, come sempre, tutta l’amarezza e le polemiche restano nel vuoto, o presto spazzate via come foglie al vento.
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