Dopo le vittorie entusiasmanti tra le mura di casa contro il Napoli e al Ferraris contro il Genoa in rimonta, la Fiorentina saluta il proprio pubblico in una gara che potrebbe aprire le porte dell’Europa. La penultima gara del campionato contro il Cagliari, l’epilogo di una stagione incredibile e surreale per le diverse vicende accadute e vissute alla squadra gigliata. Tanti i motivi per essere sugli spalti, l’importanza della gara calcisticamente parlando, ma anche e soprattutto un tributo a quel capitano scomparso troppo presto, base dalla quale partire per costruire un futuro.
Durante la settimana molte le voci autorevoli di chiamata a raccolta per il saluto alla squadra, dall’unico dieci team manager Antognoni, allo stesso mister Stefano Pioli. Appello arrivato alla città e non solo, con la vendita in pochi giorni di diverse migliaia di tagliandi. Alla fine risulteranno 17.455 paganti, uniti ai 17.235, porteranno sui diversi settori 34.690 spettatori, stabilendo il nuovo record stagionale, superato di poco (34.381) quello precedente contro il Benevento subito dopo la scomparsa di Astori. Il pubblico delle grandi occasioni che mancava da anni, evidenziato anche nelle gare di cartello.
Per venti minuti, il cuore del tifo al centro della Curva Fiesole, manifesta il proprio disappunto in segno di protesta per 21 provvedimenti disciplinari (Daspo), lasciando la curva vuota e in silenzio. Come accade nella città del giglio da secoli, divisioni, polemiche e pareri discordanti per un’iniziativa che non tutti hanno condiviso. Prima dell’ingresso in campo delle squadre, il primo lungo applauso per i bambini delle scuole calcio di San Pellegrino Terme, paese di origine dello scomparso capitano, presente in tribuna anche la famiglia di Davide.
A centrocampo la maglia numero tredici presente da quel triste 4 marzo nella fase di riscaldamento, così come quella che indossano tutti i bambini che accompagnano in campo le due squadre, con il nome Astori. Come comunicato già da tempo le due società, Cagliari e Fiorentina, ritirano ufficialmente la maglia dello sfortunato giocatore, i due capitani Ceppitelli e Badelj, si scambiamo rispettivamente le due casacche rossoblu e viola che nelle due squadre non saranno più indossate.
Al fischio d’inizio dopo l’inno, scanditi a gran voce i nomi di tutti i giocatori che scendono in campo. La gara si presenta subito ostica e difficile anche per l’avversario che necessita di punti in piena lotta salvezza. Al tredicesimo minuto tributo ad Astori con un lungo applauso. Al ventesimo si ricompatta anche la Fiesole che senza respiro incita la squadra con cori e canti. Ma proprio sotto il settore del tifo viola, da una punizione e da errori di marcatura dei difensori, complice anche il portiere viola, il Cagliari passa in vantaggio.
Una doccia fredda in campo e sugli spalti, la squadra impacciata e disordinata non riesce ad essere mai pericolosa, nessun tiro verso il portiere sardo. I viola mancano di concretezza, la troppa pressione e tensione da risultato a tutti i costi sfocia nella più brutta prestazione del periodo. Di certo l’arbitro di turno Valeri permette di tenere un comportamento provocatorio dei sardi senza intervenire, oltre alla perdita di tempo in un atteggiamento antisportivo.
Mentre la gara volge al termine, due episodi non certo lusinghieri per i protagonisti, dall’espulsione del mister Pioli per proteste, al rosso di Veretout per un brutto fallo su Joao Pedro. Al triplice fischio finale parapiglia in campo e sulle panchine, con diversi giocatori delle due squadre coinvolti, il nervosismo e lo stress messi a dura prova nell’arco dei novanta minuti. Ma il pubblico, oltre il risultato negativo che esclude quasi di fatto una partecipazione all’Europa, omaggia con un lungo applauso fino al rientro negli spogliatoi una squadra che ha dimostrato forza, coraggio, cuore, ed ha saputo diventare un gruppo dando grandi emozioni in diversi stadi. La Curva Fiesole ringrazia anche con uno striscione eloquente orgogliosi di voi.
Peccato per i ragazzi e i tifosi, perché dopo una stagione considerata in partenza di transizione, dopo un’autentica rivoluzione estiva in tutta la rosa, un inizio in sordina con diverse perplessità per carenza tecnica di qualcuno, una tragedia immane che poteva influire negativamente, avrebbero meritato un altro finale. Cala così il sipario nell’ultimo atto al Franchi, con delusione e rammarico per i punti lasciati per strada con avversari modesti ed inferiori, con un sogno infranto all’ultimo istante, in uno scenario di una stagione inimmaginabile per tutto l’incredibile accaduto.
L’ultima gara del campionato andrà in scena al Meazza contro il Milan, anche se i giochi sono ormai fatti. Sorvoliamo sulla questione della non contemporaneità della precedente gara dei rossoneri, l’ultimo sforzo per i ragazzi per chiudere una stagione che sarà comunque ricordata. Il connubio tra tifoseria, allenatore, squadra, il punto di partenza sulla quale società e dirigenti devono tener conto e operare. Dalla conferma del capitano Milan Badelj, che ha onorato la fascia, ad un campione in erba classe ’97 Federico Chiesa, alle sorprese Veretout, Pezzella, Milenkovic, oltre ad altri che non hanno demeritato, ma soprattutto con rinforzi mirati per una Fiorentina completa e competitiva in chiave europea.
In fondo manca l’ultimo passaggio verso la porta per fare goal…
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