Dopo 106 giorni dall’ultima gara disputata (per i viola contro l’Udinese ad Udine, l’8 marzo, a porte chiuse, finita con uno scialbo pari, ndr), con i soliti teatrini ipocriti del mondo del calcio, il carrozzone riparte.
Poco importa se i tifosi, che rappresentano l’anima dello sport più bello del mondo, non saranno presenti, se gli ingressi per i giornalisti sono contingentati (dall’esiguo numero di 10 a gara, fino ad arrivare a 70 (peccato che il comunicato esce solo alla vigilia, con la conseguente esclusione di coloro che si erano allineati senza controbattere), se il distanziamento è solo una parola acquisita in questo lungo periodo di pandemia, se le regole anticovid sono ormai un ricordo lontano.
Che lo spettacolo abbia inizio. Dubbi, perplessità, incertezze, per concludere in tutti i modi anche con rischi calcolati, una stagione falsata, con diverse squadre, compresa la Fiorentina, che hanno dovuto affrontare prima la malattia e poi i postumi nel recupero fisico. Ma come spesso avviene, tutto viene archiviato, come se nulla fosse successo, si riavvolge il nastro, si torna a parlare di tattica e moduli, di scudetto e retrocessioni, di mercato e da ultimo di dover disputare le ultime 12 gare rimaste, in un tempo ridotto, circa un mese e mezzo.
A Firenze giusto per movimentare l’ambiente, torna in auge la questione stadio. I tifosi schierati a fianco del patron Rocco Commisso, «vogliamo lo stadio, a prescindere da dove sarà realizzato», (dal rifacimento del Franchi, alla opzione Campi Bisenzio), si sono espressi con una mobilitazione, che ha visto camion, gru e scavatori vicino al centro sportivo, per lanciare un messaggio ben preciso.
Questo prologo ci è sembrato d’obbligo, per arrivare ad un minimo di cronaca della prima gara di calcio giocato del post pandemia. Al Franchi arriva il Brescia, fanalino di coda della classifica, una squadra rimaneggiata in cerca di punti, la Fiorentina cerca tre punti per uscire fuori dalla zona salvezza per ambire a miglior posizione. Mister Iachini parte con il modulo del 4-3-3, Dragowski, Caceres, Ceccherini, Pezzella (cap.), Dalbert, Castrovilli, Pulgar, Duncan, Chiesa, Vlahovic, Ribery.
Primi minuti di studio, poco pressing, ma al diciassettesimo sono gli ospiti che passano in vantaggio su rigore per fallo di Caceres su Dessena, trasformato dagli undici metri da Donnarumma. La reazione dei viola è immediata e da calcio d’angolo alla mezz’ora pareggia Pezzella con un colpo di testa.
I viola spesso ricorrono a falli, squadra nervosa, con tre difensori ammoniti (oltre Caceres, Ceccherini e Dalbert che rischia anche il rosso). Nella seconda frazione di tempo primo cambio, esce Dalbert per Lirola. I viola sembrano più vivaci e si portano sotto porta , in pochi minuti è annullato un gol a Ribery, per fuorigioco di Vlahovic, subito dopo va a segno il serbo, ma l’assist partito da Chiesa era uscito dal terreno di gioco.
In questa fase una Fiorentina in crescita , si vede più intraprendenza, con la classe di Castrovilli, Ribery e Chiesa. Il secondo cambio esce Duncan, prestazione sotto tono, per Ghezzal. Al settantesimo doppia ammonizione per Caceres e relativa espulsione, nell’occasione anche mister Iachini viene espulso per proteste. Ghezzal dopo pochi minuti è richiamato per fare posto a Milenkovic.
Sfortunata la squadra viola con la traversa colpita da Pezzella, ancora Chiesa e Castrovilli sprecano un paio di occasioni. Nel finale ammonizione anche per Chiesa che diffidato salterà la gara a Roma contro la Lazio il prossimo sabato. Nei cinque minuti di recupero escono Chiesa e Ribery per Cutrone e Sottil, ma l’ultima occasione è un tiro degli ospiti deviato da Dragowski.
Termina con un pari che porta ad un distacco di sei punti dalla zona salvezza, ma squadra deludente e con i soliti problemi realizzativi, con qualche giocatore in precaria condizione fisica dovuta anche al lungo periodo di inattività. La nota positiva resta il rientro di Ribery dopo sette mesi, che ha mostrato atteggiamento, carattere e una buona forma, dai cross effettuati, ai dribbling riusciti, ai duelli vinti, al classe ’83 è mancato solo il gol.
Buon impatto anche per la coppia, Vlahovic e Chiesa, che insieme al francese hanno mostrato buona intesa e possono diventare un tridente offensivo importante. Ancora una volta carente la mediana, un centrocampo che ha stentato, Duncan e Lirola poco lucidi con molti palloni persi, ma alla distanza cala anche Pulgar, poco reattivo.
La difesa in chiaro scuro, molto nervosismo di alcuni difensori, l’esperienza di Caceres dovrebbe portare ad altre situazioni, serata negativa per l’uruguaiano, ottima prestazione per Pezzella , non solo per il goal, ma anche nell’anticipo sugli interventi, avrebbe meritato anche il secondo goal fermato sulla traversa. L’argentino al suo terzo gol stagionale.
Un’ultima annotazione sulla gestione cambi, con la regola dei cinque (attuata in questo periodo) forse mister Iachini poteva utilizzare nuove forze nell’arco della gara, e non nei minuti finali quando ormai non avrebbero cambiato il risultato, anche perché deve trovare valide alternative, la sola classe e tecnica di Ribery non possono bastare. Un pari che non porta grandi entusiasmi, ma che muove la classifica, per arrivare ad una quota salvezza e archiviare una stagione deludente di questo campionato diverso.
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