Sono già trascorsi più di 20 anni da quando quella sera di settembre del 1998, Lucio ci lasciò; più di 20 anni da quando un pezzo di storia della musica italiana se ne è andata per sempre con lui. E purtroppo le canzoni di Battisti oggi stanno lentamente finendo nel dimenticatoio: non possono essere trasmesse in radio, non possono essere usate per sigle pubblicitarie o come colonne sonore di film per via di alcune restrizioni imposte dai familiari. Per questo motivo bisogna cercare di ricordare alle generazioni di oggi che cosa artisti come Lucio abbiano significato per la musica. Un esempio su tutti ? Le canzoni del suo album più famoso, Una Donna per Amico, uscito nel mese di ottobre di un ormai lontano 1978.
Grazie alla geniale maestria di Mogol e alla sofisticata eleganza dalla voce di Lucio Battisti, Una Donna per Amico è forse l’album con il quale il celebre duo ha raggiunto l’apice nella carriera condivisa, con testi e arrangiamenti che a distanza di quarant’anni dall’uscita, risultano ancora attualissimi. Il disco si impose come un successo clamoroso: infatti, balzò rapidamente in vetta alle classifiche di vendita in Italia, detenendo il primato in hit parade di ben 65 settimane (record ancora imbattuto per un album), rimanendo al primo posto addirittura per 14 settimane: furono vendute quasi un milione di copie.
Ancora oggi viene considerato uno fra i tre album più belli del secolo scorso. Ancora oggi, a distanza di tanto tempo, non finisce di stupire per la grande qualità del lavoro svolto: otto brani completamente diversi l’uno dall’altro nell’utilizzo dei suoni ma con un’unica matrice comune, la magistrale direzione del maestro Geoff Westley, supportato dai suoi magnifici moschettieri del suono.
Anche la foto di copertina, nella quale Battisti è in compagnia di una donna in un bar all’aperto, è perfetta per immaginare i protagonisti di quei brani che, più degli altri, hanno contribuito a rendere immortale l’album.
In quel periodo, Battisti era solito registrare i propri album all’estero (come aveva fatto con il precedente Io, Tu, Noi, Tutti, inciso a Los Angeles nel 1976): questo, invece, venne registrato a Londra, dove l’artista si era da poco trasferito.
Non un disco qualunque, ma un grandissimo disco, in cui è difficile dire quale sia il brano più riuscito. La prima traccia che apre l’album, è la famosa Prendila Così, con a seguire brani del calibro di Aver paura di innamorarsi troppo, oppure Perché no, o anche Nessun Dolore.
Tutte canzoni incentrate sulle relazioni amorose, i diversi modi di viverle, concepirle, oppure concluderle fino a giungere al title track dell’album, il nostro brano del giorno, la canzone che segnò l’estate del ’78 e che ancora oggi è simbolo di tutti quei legami dì amicizia fra persone di sesso diverso (supposto che ciò possa sussistere!). Stiamo parlando ovviamente di Una Donna per Amico.
Musicalmente ispirata ad un vecchio stornello romano che colpì particolarmente Battisti, questa canzone è diventato un classico della produzione discografica italiana.
Il brano fu scritto da Mogol per una sua amica di nome Adriana e descrive la precarietà del rapporto di amicizia tra un lui ed una lei: infatti i due, pur scambiandosi confidenze e consolazione reciproca («L’eccitazione è il sintomo d’amore al quale non sappiamo rinunciare. Le conseguenze spesso fan soffrire, a turno ci dobbiamo consolare e tu amica cara mi consoli perché ci ritroviamo sempre soli») lasciano trapelare un sentimento di sana gelosia parlando di eventuali storie d’amore con terze persone, generando quindi un dubbio sul tipo di affettività realmente provata da entrambi: «Ti sei innamorata di chi? Troppo docile, non fa per te. Lo so divento antipatico ma è sempre meglio che ipocrita».Ed ancora più avanti nel testo ma a parti invertite: «Mi sono innamorato? Sì, un po’. Rincoglionito? Non dico no. Per te son tutte un po’ squallide. La gelosia non è lecita».
Del resto, buona parte dei testi delle canzoni contenute in quest’album sono diventate veri e propri modi di dire, patrimonio comune della lingua italiana: tutt’ora vengono spesso utilizzati per definire l’intricato caleidoscopio di emozioni che scaturiscono dall’incontro/scontro tra l’universo maschile e quello femminile o che riguardano quello strano mestiere che è vivere la vita, di tutti i giorni oppure sconosciuta!
Palese quanto la popolarità di Una Donna Per Amico non accenni ancora a diminuire. Negli anni, numerosi artisti ne hanno omaggiato la bellezza riproponendo versioni, azzeccate o meno, dei brani in esso contenuti (Mina e Giorgia si sono cimentate con Nessun Dolore; Anna Oxa e Paolo Vallesi con Prendila Così).
Ma Una Donna Per Amico rappresenta il canto del cigno del duo Mogol-Battisti. Successivamente pubblicheranno un altro dignitosissimo album Una Giornata Uggiosa che, pur contendo ottimi brani, non ha certo l’appeal dei lavori pubblicati in questo; sarà solo una questione di tempo. Ormai sempre più distanti, umanamente e professionalmente, i due scioglieranno definitivamente il loro sodalizio nel 1980.
Battisti si ritirerà in un isolamento volontario che frutterà dischi molto interrogativi ed ermetici, lontanissimi dal grande successo commerciale. Mogol diventerà il paroliere più richiesto d’Italia continuando a scrivere successi per artisti quali Riccardo Cocciante, Celentano e Gianni Bella. Tuttavia entrambi non ripeteranno l’exploit eccezionale del periodo d’oro che li rese praticamente delle leggende viventi.
L’apoteosi rimarrà questo mirabile album che sintetizza un percorso comune lungo quindici anni, aumentando il rimpianto per ciò che ancora poteva essere e, purtroppo, non è più stato!
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