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Un ITALIANO sulle rive dell’Arno

(Dal nostro inviato) – Finalmente dopo una lunga trattativa (necessaria per poter rescindere il precedente contratto che lo avrebbe legato altri due anni allo Spezia), il 30 giugno arriva il comunicato ufficiale della società viola, con la conferma del nuovo tecnico della Fiorentina, mister Vincenzo Italiano.

Diamo qualche piccolo cenno per conoscere il nuovo allenatore viola. Nasce in Germania a Karlsruhe il 10 dicembre 1977, di origini siciliane, dove ritorna a sei mesi a Ribera (AG). Inizia a giocare nelle giovanili del Ribera, a 15 anni passa nel Partinico, e successivamente nel 1994 al Trapani.

Con il ruolo di centrocampista, regista basso davanti alla difesa, esordisce in serie A diciannovenne con il Verona. Passa poi al Genoa, al Chievo, al Padova al Perugia fino al ritiro da giocatore nel Lumezzane (Lega Pro Prima Divisione). Ha vinto due campionati di serie B con Verona e Chievo. Nel 2014 dopo aver frequentato il corso per allenatore, diventa il vice di Alessandro dal Canto al Venezia. Allena la formazione del settore giovanile Luparense (compagine veneta di serie D), l’anno successivo passa al Vigontina San Paolo in serie D, nella stagione 2016/2017 arriva all’Arzignano e approda nel luglio 2018 al Trapani.

Dal 2019 è alla guida degli aquilotti dello Spezia, si posiziona al terzo posto che sancisce l’accesso alle semifinali play-off, che lo porta ad una storica promozione nella massima serie. Nel campionato appena concluso arriva alla salvezza con una giornata di anticipo.

Dopo una lunga controversa con la società ligure, l’annuncio come tecnico della Fiorentina. Nella splendida cornice di Piazzale Michelangelo, dopo i primi allenamenti al centro sportivo Davide Astori, arriva la presentazione ufficiale alla stampa, a poche ore dalla partenza per il ritiro di Moena il 17 luglio. Nell’occasione sono presenti anche il neo dirigente scouting Nicolas Burdisso, Joseph Commisso, a fianco del mister il direttore generale Jo Barone con il direttore sportivo Daniele Pradè.

Introduce la conferenza Jo Barone che sottolinea l’importanza della giornata speciale che si svolge in un luogo simbolo di Firenze, appunto Piazzale Michelangelo. Continua dicendo che la scelta dell’allenatore è stata condivisa da dirigenti e Commisso, sia per le sue doti umane sia per la capacità di valorizzare i giocatori che ha a disposizione, ma anche per far divertire i tifosi. Su questo argomento, a proposito, si sta lavorando con la Lega per il ritorno sugli spalti del pubblico. Un pensiero di solidarietà anche per i lavoratori della GKN (ditta alle porte di Firenze, con 400 licenziamenti in corso) che stanno lottando per mantenere il posto di lavoro.

Un saluto arriva al neo tecnico anche da parte del direttore sportivo Pradè, che chiede un’identità di squadra come Fiorentina su ogni campo, certo di iniziare un buon percorso da intraprendere insieme. Con molta calma e pacatezza, ma deciso e concreto prende la parola mister Italiano, rispondendo a tutte le domande dei giornalisti presenti, anche quelle spigolose e con un pizzico di polemica.

Queste le prime parole del tecnico: «Sono senza voce perché abbiamo iniziato il nostro lavoro, il calcio è uguale in tutte le categorie, cambia la qualità e la velocità con cui si fanno le cose. Porterò il cuore e darò tutto me stesso. Ringrazio la società per l’ opportunità, lavorerò per creare un’identità affinché la Fiorentina possa essere rispettata da tutti. Sono contento del percorso che ho fatto, salendo ogni anno ad un livello superiore, e di poter allenare giocatori di altissimo valore. Il calcio per me é una ragione di vita, guardo migliaia di partite, ho 43 anni e mi auguro di allenare tanti altri anni. In questo caso ho una responsabilità enorme, vogliamo riportare in campo la bellezza di questa città, basta affacciarsi per rendersi conto dove ci troviamo.»

Ha poi rimarcato gli obiettivi della stagione senza specificare posizioni o traguardi, certo che nelle diverse categorie serie D, C, B, ci sono notevoli differenze anche se gli hanno portato belle soddisfazioni. A Firenze cambiano stimoli ma l’obiettivo reale è ottenere un’identità, creare il più possibile, concedere meno.

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Ha proseguito dicendo che il passaggio tra giocatore e allenatore è stato traumatico, in quanto a fine gara il giocatore stacca e recupera, per l’allenatore significa pensare al calcio 24 ore. Un sogno da realizzare, fare crescere e divertire la squadra, con la fame di ottenere risultati con passione e voglia di arrivare. Ha spiegato il significato da dare alla parola identità, incidere in maniera più marcata, con intensità e atteggiamento: aggredire, non subire, avere un’idea di squadra. I moduli sono numeri, se tutti ci credono possono portare a grandi vantaggi.

Sul mercato alquanto deciso, valutare la rosa in questo periodo con il ritiro e fare il punto della situazione, la Fiorentina la reputa già una squadra di livello. Arriva anche la domanda sullo Spezia e sul rapporto interrotto tra dissapori e accuse. Il mister dice di aver fatto la storia della città ligure, una promozione e una salvezza, con il massimo rispetto verso le parti e con il cuore verso la società.

Per quanto riguarda  la ricorrenza e le strane coincidenze con lo storico anno 1968-69 (la prima con la Roma….. l’ultima con la Juve, in realtà era la penultima, in cui si festeggiò lo scudetto, ndr), pare lo sapesse, ha fatto le dovute scaramanzie ma si è soffermato sui grandi nomi: Rui Costa, Batistuta, Socrates, Antognoni. Gli avversari quando affrontano la Fiorentina devono preoccuparsi, ha aggiunto che non si può quantificare il dare il massimo, ma di certo si deve sputare sangue in ogni partita, se dopo pochi allenamenti non ha già voce deve essere recepito come messaggio.

Tornando sul concetto di divertimento, ha dato il suo slogan: difendere bene, attaccare benissimo, come è stato lo spirito di gruppo visto con la Nazionale agli Europei. Si è parlato anche di quello che ha scritto a Trapani su una lavagna: nessun limite, solo orizzonti, che ha portato bene. Portare in campo la voglia di vincere, spavalda ma con intelligenza.

Su Vlahovic ha parlato di un attaccante straordinario con una fame incredibile, un giocatore che vorrebbero tutti gli allenatori, ha mostrato grandi disponibilità, e nel futuro diventerà un giocatore di valore assoluto. Sugli obiettivi fissati per la stagione, le frasi di rito: meglio dello scorso anno, nessuna posizione predefinita, ma migliorare in diverse cose, gol fatti e subiti e diversa classifica.

Si passa poi all’argomento dei ruoli e dei giocatori funzionali che potrebbero mancare, ad esempio un regista. Il mister ha parlato di aspettare i sei nazionali, per conoscere e valutare la rosa a disposizione, per prendere eventuali decisioni. Si è soffermato sul primo acquisto oneroso della stagione Nico Gonzalez, ha parlato di giocatore con grandi doti, forte anche di testa, un grandissimo acquisto, con il modulo del 4-3-3 quello con il quale si partirà, sarà fondamentale.

Oltre al neo acquisto la rosa è di valore, ha aggiunto il mister, con diversi nazionali, altri di buon livello, se ci sarà da migliorare vedremo di migliorare, non si valuta solo l’aspetto tecnico ma anche di carattere, giocatori che danno tutto per portare squadra e città ad alti livelli. «La responsabilità che sento addosso – ha proseguito – deve essere anche per i giocatori, devono far gioire i tifosi che si riconoscono in coloro che in campo danno il massimo per la maglia.»

Sul calendario che parte con gare difficili, il mister ha le idee chiare, anche altre squadre hanno cambiato guida tecnica e le gare sono tutte difficili, da Venezia ad Empoli o Inter e Juve, sarà importante prepararle come finali di Champions. Un accenno sulla difesa, si lavora ad una difesa a 4, per tenere più lontano dall’area gli avversari, molti nomi importanti, Igor, Pezzella, Lirola, Venuti, Terzic, Biraghi, una difesa di livello, sarà compito del tecnico migliorarli, o trovare altre soluzioni.

Anche su Amrabat (che ancora non ha incontrato causa intervento di pubalgia, ndr), si è espresso in maniera positiva, un giocatore di forza, dinamismo e carattere. Nelle battute finali ha detto di voler mettere i giocatori a proprio agio, conoscere umori e impressioni, ed esprimere la totale condivisione. Ha sentito il presidente Commisso al quale ha solo detto di voler diventare un allenatore importante per la sua squadra.

Sui mancati rinnovi di Ribery, Caceres e Borja, non è voluto entrare in questioni contrattuali che spettano alla società, intanto si é detto molto impressionato dai giovani per la voglia di dare il massimo. L’ultima domanda riguarda un ex mister dal cuore viola, Cesare Prandelli, ex allenatore di mister Italiano. Il tecnico con gratitudine ha parlato della fiducia che gli ha dato il tecnico di Orzinuovi nel biennio a Verona, si ripromette di poterlo contattare certo di poter ancora avere indicazioni e consigli importanti per la nuova avventura.

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Dopo questa conferenza fiume, il mister tramite i canali della società ha risposto ad un paio di tifosi, poi qualche minuto per riprendersi e finalmente a contatto con una ventina di tifosi che lo aspettavano, tra cori portaci, portaci in Europa, selfie, applausi e fumogeni.

Un ITALIANO sulle rive dell’Arno, inizia così i primi passi verso un cammino lungo e tortuoso, Firenze da lontano osserva nella sua maestosa bellezza, il fiume prosegue lentamente, si sente qualche voce straniera, una semplice giornata estiva come tante. Mentre invece abbiamo iniziato a scrivere una nuova pagina di storia viola, tanti saranno i fogli bianchi da riempire, ma il primo capitolo ha un nome VINCENZO, un cognome che in questi giorni ha riportato l’orgoglio spesso sopito anzi quasi nascosto,  ITALIANO, un tecnico che non ha fatto proclami o promesse, ma ha mostrato la gioia di essere arrivato in una città importante (e come non potrebbe….) in un club di rango, un’ opportunità da non sprecare, un punto di arrivo.

Ottimi presupposti per iniziare questa nuova avventura, poi come sempre avviene, saranno il campo ed i risultati che ci diranno l’epilogo di questa nuova avventura. Noi non possiamo che dare il nostro benvenuto e un grande in bocca al lupo al mister, che possa portare più in alto possibile la nostra Fiorentina per esser di Firenze vanto e gloria

Autore

Patrizia Iannicelli

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