Ritorna la Coppa Italia con i quarti di finale, la Fiorentina al Franchi affronta la Roma. La tifoseria viola è penalizzata sia dalle condizioni meteo avverse, in tanti hanno rinunciato con il tagliando in mano, sia per l’orario pre serale delle 18.15. Sugli spalti sono presenti 21.190 spettatori.
La Fiorentina in campo con la divisa viola, prima della gara un minuto di silenzio in ricordo di Egisto Pandolfini, ex viola. Gli undici di partenza con il modulo del 4-3-3, Lafont tra i pali, Milenkovic, Pezzella (cap.), Vitor Hugo, Biraghi, Benassi, Edimilson, Veretout, Muriel, Mirallas, Chiesa.
Pochi minuti, viola in vantaggio con Chiesa, Benassi a centrocampo palla sulla sinistra per Mirallas che passa al centro, Manolas non aggancia e il numero 25 batte Olsen. Dalla parte opposta da un corner per i giallorossi, Cristante colpisce il palo.
Al diciottesimo ancora in goal l’enfant prodige Chiesa, su assist di Mirallas, dopo la visione al Var per verificare la posizione, il goal viene convalidato. Primo cambio obbligato per i viola , infortunio di Vitor Hugo, entra al suo posto Laurini.
Al ventottesimo dalla distanza Roma accorcia le distanze con un gran goal di Kolarov. Al trentatreesimo azione stupenda dalla sinistra di Biraghi che passa al centro, Muriel porta a tre le reti gigliate. Si sfiora il quarto goal con uno strepitoso Chiesa il cui tiro viene deviato con una grande parata di Olsen in corner.
Ad inizio secondo tempo Chiesa in terra per un fallo subito, dopo attimi di apprensione resta in campo zoppicando. Al sessantunesimo Lafont si supera su un tiro ravvicinato di Zaniolo. Ma sono ancora i viola pericolosi, e al sessantaquattresimo arriva il poker con Benassi, su assist di Muriel. Ospiti a nervi tesi, espulso Dzeko per proteste e Roma in dieci.
Il secondo cambio esce Muriel per Simeone. Lo spettacolo continua con il terzo goal personale di Chiesa su assist di Benassi, il talento viola festeggia con le dita che indicano il tredici per la dedica speciale al Capitano, tutta la panchina con Pioli in testa attorno al campione, il Franchi nel delirio totale. Tre minuti e passerella tra gli applausi e i cori tutti per il fenomeno, «il ragazzo diventato uomo» (Pioli post gara), al suo posto Gerson.
Dieci minuti al termine con risultato acquisito, ma i viola ancora in goal con Simeone su passaggio di Gerson, che porta a sei le reti. Giallorossi allo sbando, con i cori dei tifosi che sottolineano la debacle giallorossa, ogni passaggio dei viola è accompagnato da Olè, dall’ironia: «ma che siete venuti a fare», «il pallone è quello giallo», «sembra Manchester» ( un’altra batosta subita dalla Roma.
Nel finale ancora in goal Simeone che stoppa un pallone incredibile e realizza la sua doppietta personale. La fine con qualche secondo di anticipo decreta una larga e netta vittoria, un 7 a 1 che non ammette appelli. La gara si conclude nell’apoteosi del Franchi, che intona insieme al suo protagonista Pupo presente in tribuna, Firenze Santa Maria Novella. Un’immagine da cineteca quando coinvolge accanto a lui sulla strofa «quest’anno è forte la tua Fiorentina, la colazione con i bomboloni, e guai a chi parla male di Antognoni», proprio la bandiera viola numero dieci.
Della gara il risultato riassume il dominio visto in campo, una gara a senso unico, mai messa in discussione. Protagonista assoluto Federico Chiesa, non riusciamo a trovare appellativi e aggettivi adatti, una tripletta che lo consacra non solo per le sue doti tecniche ma anche come marcatore, leader indiscusso in campo, ma ormai beniamino osannato delle platee, «Chiesagol, Chiesagol», un coro tra mille emozioni. Sette goal in tre gare una crescita da campione assoluto. Una goleada che esalta tutto l’attacco, finalmente in goal anche Simeone in crisi da diverse gare, un Muriel che dal suo arrivo in squadra sembra avere dato una nuova linfa, anche lui in goal, con un Benassi incontenibile versione goleador. Anche la scelta di Mirallas come titolare, ha portato ad una delle migliori prestazioni di tutta la squadra dell’Era Pioli.
Una serata magica che porta entusiasmo e che Firenze non viveva da anni, un successo meritato, in una gara quasi perfetta, una supremazia su tutti i fronti, voluta, cercata e ottenuta contro un avversario di valore. Una vittoria conquistata a suon di goal, che entra di diritto nella storia viola, e porta a raggiungere la semifinale nella doppia sfida contro l’Atalanta, dove niente è precluso e tutto può succedere. Per sognare di poter scrivere un’altra bella pagina per un obiettivo reale.
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