(Nella foto, mister Vincenzo Italiano, di Paolo Giuliani)
Dopo la brillante vittoria in rimonta nel precedente turno contro la Lazio, la Fiorentina nella 27esima giornata di campionato è di scena all’Olimpico di Torino, contro i granata. Nel settore ospiti sono presenti circa 800 supporter a sostegno dei viola, molti nell’intero impianto, dato lo storico gemellaggio tra le due tifoserie.
Non disponibili per problemi fisici Kouame e Quarta, rientra con la prima convocazione anche se in panchina, dopo il brutto infortunio il difensore Dodo, fermo dal 24 settembre scorso.
Mister Italiano, dopo 141 formazioni diverse in altrettante gare, schiera gli stessi della precedente partita, con il modulo del 4-2-3-1, gli undici di partenza sono: Terracciano tra i pali, Kayode, Milenkovic, Ranieri, Biraghi, Arthur, Bonaventura, Gonzalez, Beltran, Sottil, Belotti. L’ex di turno il centravanti Andrea Belotti, in maglia granata 7 anni, fischiato all’annuncio delle squadre e durante tutta la gara.
Fin dalle prime battute le prime avvisaglie di una gara interrotta per ripetuti interventi, dallo scontro tra Arthur e Linetty, costretto alle cure il brasiliano gigliato resta in campo anche se malconcio, al duro colpo di Biraghi su Ilic costretto a chiedere il cambio, al primo giallo per Ranieri.
Gli ospiti gestiscono la gara, i padroni di casa più pericolosi prima con Zapata che manda fuori, poi Vlasic costringe Terracciano a deviare il pallone in corner. Al 19esimo il Torino chiede la massima punizione per un tocco di mano di Belotti in area, dopo il consulto Var si prosegue.
La prima azione offensiva al 25esimo un colpo di testa di Gonzalez con poca precisione. La gara non cambia connotati, interventi da una parte e dall’altra.
Al 38esimo Zapata manda il pallone in rete, dopo una evidente spinta su Milenkovic, il goal prima convalidato, viene annullato dopo la visione al Var dell’arbitro Marchetti.
Il finale della prima frazione incandescente prima con le proteste di Sottil che verso la porta viene fermato, per l’arbitro senza fallo, poi con l’ammonizione a Beltran per reiterate proteste sul goal poi annullato (l’argentino diffidato salterà la prossima gara contro la Roma, ndr), infine nei 5 minuti di recupero, giallo per il difensore Ricci per fallo su Gonzalez, nell’occasione ammonito anche l’allenatore Juric per proteste.
Prima dell’intervallo intervento di Ricci su Arthur, le proteste del granata costano la seconda ammonizione in pochi minuti e conseguente espulsione, la panchina manifesta tutto il disappunto verso la decisione arbitrale, il Torino in inferiorità numerica per la seconda parte di gara.
Nella ripresa mister Italiano corre ai ripari e toglie i giocatori ammoniti, escono Arthur e Beltran per Maxime Lopez e Barak, subito dopo è il turno di Mandragora che si posiziona in difesa al posto di Ranieri.
La gara non si sblocca, il Torino chiude gli spazi, le azioni offensive degli ospiti poco concrete, si prosegue con scontri fisici e interruzioni, la prima vera occasione dei gigliati al 63esimo cross di Gonzalez e colpo di testa di Bonaventura che costringe il portiere Milinkovic Savic ad una grande parata con deviazione in corner, il portiere serbo si infortuna ma resta in campo, ennesimo stop alla gara.
Al 68esimo quarto cambio esce Sottil per Ikonè. La superiorità numerica dei viola non riesce a prevalere, con una squadra molto fisica chiusa in difesa, qualche tiro dalla distanza degli ospiti non porta risultato sperato.
All’85esimo ultima sostituzione Bonaventura lascia il posto a Nzola. Dopo i tanti scontri in campo, il nervosismo anche tra le due panchine con battibecchi e brutte frasi, giallo per Italiano e rosso per Juric già ammonito che vede gli ultimi scampoli di gara tra il pubblico.
Al triplice fischio torna la calma, con un gesto di conciliazione sia del presidente granata Cairo, ma anche con l’abbraccio dei due tecnici.
Un punto in trasferta è sempre positivo in quanto muove la classifica che resta buona (42 punti e settima posizione), ma con il rammarico di non aver approfittato dell’opportunità di un giocatore in più, e di poter allungare sulle dirette concorrenti.
La stessa formazione non conferma la prova di squadra, ma soprattutto di alcuni singoli apparsi sottotono (qualche problema fisico non recuperato al meglio), con la mancanza di lucidità e grinta agonistica per ottenere il massimo risultato.
Sulla serata anche note positive come aver mantenuto la porta inviolata con la solidità della difesa, sulla prestazione attento e determinante il solito Terracciano, ma la palma del migliore del match è per Nikola Milenkovic con un duello continuo e vincente con il colombiano Zapata e ottime chiusure.
In mediana meno evidente Arthur anche per la botta sulla caviglia, Barak entra in gara e sembra aver trovato una buona condizione, Bonaventura offre qualità e classe, si propone anche in fase offensiva, un leader di squadra, Mandragora subentrato dalla panchina in un ruolo non suo, come centrale in difesa, offre ottima copertura, svolge al meglio il suo ruolo.
In avanti un passo indietro per gli esterni Sottil, con pochi palloni giocati, Ikonè si nota solo nel finale, Gonzalez a tratti, il più pericoloso in fase offensiva, non ancora in perfette condizioni fisiche. In avanti Belotti combatte con volontà, ma non trova spunti e giocate per mandare il pallone in rete, anche l’ambiente ostile forse condiziona l’ex di turno.
Mister Italiano nel post gara analizza la gara, dalla discussione con Juric, come episodio chiarito e chiuso a fine gara, sottolinea la continuità trovata dopo la Lazio, il carattere mostrato contro una squadra forte chiusa in difesa, di migliorare con nuove soluzioni nelle fasi offensive, di essere già proiettati alla successiva partita.
Poche ore infatti per archiviare l’amarezza del pari e pensare alla sfida di giovedì, l’andata degli ottavi di Conferenze League, a Budapest in campo neutro contro gli israeliani del Maccabi Haifa, avversario alla portata da non sottovalutare, per mettere una seria ipoteca al successivo passaggio di turno.
Un marzo impegnativo, oltre l’Europa, le gare in casa contro la lanciata Roma, a Bergamo con l’ Atalanta, e infine ancora tra le mura amiche contro il Milan, un mese di scontri diretti che daranno le prime risposte, per gli obiettivi e le ambizioni della squadra viola.
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