(Dal nostro inviato) – Dopo la sconfitta arrivata con la Roma nel turno infrasettimanale si torna in campo al Franchi contro il Parma, squadra in piena lotta salvezza, al penultimo posto in classifica. Alla vigilia della delicata sfida, nel sabato precedente, al centro sportivo un gruppo di tifosi ha manifestato il proprio malcontento verso la squadra con cori, qualche fumogeno, uno striscione non firmato.
Il clima teso in tutto l’ambiente viola è evidente anche nelle conferenze pre e post gara del mister Prandelli con la stampa, nelle dichiarazioni del direttore sportivo Pradè (dopo la gara ad Udine, ndr), nella frase del patron ( prima del match contro la Roma: «finora vi ho difeso, non potrò farlo sempre», riferito alla squadra).
Come ormai visto in altre stagioni, tifosi dirigenti e società, puntano il dito verso coloro che scendono sul terreno di gioco, senza considerare i problemi a monte di una situazione già vissuta. In tutta questa nevrosi generale, una gara complicata da non sbagliare, con un avversario alla disperata ricerca di punti.
La gara prevista alle 15.00, la temperatura è primaverile. Mister Prandelli deve rimodellare la squadra, costretto a fare a meno di Ribery per squalifica, Castrovilli e Kouame per infortunio, recupera Bonaventura dopo due giornate di stop per problemi fisici, tra i convocati i Primavera classe 2002 Bianco e Monteanu. Gli undici di partenza con il modulo del 3-4-2-1 sono: Dragowski tra i pali, Milenkovic, Pezzella (cap.), Quarta, Malcuit, Amrabat, Pulgar, Borja Valero, Biraghi, Eysseric, Vlahovic.
Primi venti minuti con le solite difficoltà di impostazione per i viola, che spesso perdono palloni, gli avversari cercano di pressare, ma nessun tiro da parte delle due formazioni verso la porta. Dopo questa fase soporifera, finalmente i padroni di casa si svegliano dal torpore e da un corner battuto da Pulgar arriva il goal del vantaggio con Martinez Quarta che in area salta più di tutti realizzando il primo goal in maglia viola.
Neanche il tempo di esultare che dalla parte opposta arriva il pareggio su rigore. Tocco di braccio di Pulgar con l’arbitro Abisso che indica il dischetto. Dal dischetto si porta Kucka che non sbaglia. Prima dell’intervallo al 42′ arriva il vantaggio dei viola, punizione dalla tre quarti battuta da Pulgar, su Pezzella che crossa verso il centro area dove Milenkovic batte il portiere parmense Sepe, non esente da responsabilità. Vantaggio fondamentale prima di rientrare negli spogliatoi.
Nella ripresa, la prima occasione è dei ducali al decimo che fanno sobbalzare i pochi presenti, la difesa gigliata distratta e Dragowski fermo tra i pali guarda il pallone di poco fuori sul secondo palo. Il primo cambio dei viola al 70′, rientra Bonaventura, esce Amrabat per problemi fisici. Al 72′ arriva il pareggio degli ospiti, cross dalla destra verso il centro dove l’ex Kurtic da solo batte Dragowski.
Al 77′ altra sostituzione esce Borja Valero per Callejon ( l’ex Napoli ininfluente, non trova posizione in campo, non incide in nessuna azione). Nei minuti finali i viola provano ad attaccare con volontà, ma lasciano metri agli avversari, che si portano in area e rischiano il vantaggio con un tiro di Man di poco fuori.
Al 90′ altra occasione da rete ma sfortunato il destro di Quarta che si ferma sulla traversa. Dal possibile vantaggio, un attimo e arriva la beffa con la terza rete dei ducali, contropiede di Inglese cross dalla destra per Mihaila che scatena la generale euforia dei parmensi presenti. In pieno recupero, nei cinque minuti concessi dall’arbitro, forcing dei gigliati che cercano con la disperazione almeno il pari, che arriva su cross di Pezzella per una deviazione del difensore del Parma Iacoponi che invece di rinviare manda il pallone nella propria porta.
L’entusiasmo è totale, si festeggia in campo e fuori, compresa la dirigenza, come per una finale vinta. Un rocambolesco pareggio che serve a poco a livello di classifica, dove nella parte bassa non cambia nulla, ma sarebbe stata inimmaginabile con le conseguenze di polemiche e rivoluzioni l’ennesima sconfitta. Sulla gara non possiamo che evidenziare le solite scene di un copione già visto, un thriller per cuori forti, di una squadra fragile e intimorita che per paura di perdere rischia l’ennesima brutta figura.
Un’altalena di emozioni, la gioia e speranza di portare una vittoria in porto ed un importante conseguente balzo in classifica, e la sofferenza di dover soccombere tra errori, disattenzioni, amnesie e cali di concentrazione. Montagne russe dalle quali si sale e si scende impotenti con rassegnazione. Della squadra, anche se con un passivo pesante di 3 goal, la difesa é il reparto che non ha demeritato, i due centrali i marcatori della gara i migliori, Milenkovic tornato ai suoi livelli, Quarta a parte una distrazione si conferma un ottimo acquisto, tra le note dolenti la poca reattività di Dragowski spesso ancorato tra i pali, in calo nelle ultime gare dopo un buon inizio di stagione, la poco lucidità di Malcuit responsabile anche del pari, pessima la sua prestazione.
La mediana ancora insufficiente, Eysseric a fasi alterne, Amrabat impreciso, Borja Valero in difficoltà. In attacco il solo Vlahovic lotta con generosità anche in difesa, ma può fare poco in fase di conclusione, anche per i pochi palloni che arrivano dalle sue parti. Un pari in extremis dal sapore amaro, anche per il mercato invernale deficitario, che doveva portare qualche rinforzo, ma questo ormai è risaputo, e non cambia il corso della stagione ancora tutta da recuperare.
Nel prossimo turno per la Fiorentina sarà ancora uno scontro diretto, a Benevento contro la squadra di casa, dopo l’impegno e la volontà apprezzabili, una sfida da affrontare con unghie e denti per tornare alla vittoria. Una gara da non sbagliare, da non sottovalutare, per cercare di cambiare passo, per uscire dal tunnel della paura e da una posizione di classifica davvero umiliante.
Lascia un commento