Ombre Rosse

Un reggiseno per il Brigadiere Rega

Il vicebrigadiere dei Carabinieri Mario Cerciello Rega

Siamo arrivati alla resa dei conti. Domani, l’Italia antagonista si toglie il reggiseno per Carola Rackete. E’ abbondantemente minoranza, politicamente e soprattutto moralmente, e del suo gesto resterà soprattutto la componente di ridicolo, di ennesima battaglia persa per una causa persa ancor prima di essere proclamata. Passerà in secondo piano (ma è inevitabile, fintanto che la funzione giudiziaria è appannaggio ed esercizio da parte della classe di magistrati più screditata della storia del mondo occidentale) la componente di alto tradimento, di banditismo, di oltraggio alle istituzioni ed all’ordinamento democratico messa in atto dal PD e fiancheggiatori. Quelle stesse fattispecie di reato che sostanzierebbero – nel film che si sono fatti, essendo ormai ridotti ai cartoni animati, e di pessima qualità, sembrano quelli a basso costo di produzione jugoslava che la TV dei Ragazzi ci ammanniva diversi anni fa – i vari Zingaretti, Renzi e Boschi che vorrebbero portare all’attenzione del Parlamento una mozione di sfiducia contro il Ministro dell’Interno Salvini, nei giorni in cui l’Assemblea dovrebbe occuparsi di Bibbiano, delle morti in Mediterraneo, delle Regioni e dei Comuni ribelli, del contratto di governo e della riforma di tutto ciò che c’è da riformare in questo paese. Il 90% a stare stretti.

Domani le donne di sinistra si tolgono il reggiseno, dimostrando di non valere – dispiace dirlo, e non è certo sessismo – molto di più della loro beniamina in nome di cui lo fanno. Una fuorilegge internazionale che dopo aver violentato il diritto marinaro ci ha provato anche con la Guardia Costiera. Alle donne che domani gireranno a tette di fuori (non sulle apposite spiagge) sarebbe da chiedere se farebbero altrettanto, qualora avessero avuto un figlio guardiamarina imbarcato sulla motovedetta speronata dalla nave corsara della Sea Watch capitanata da Carola la Bucaniera.

Una sorridente Carola Rackete all'uscita dall'interrogatorio presso la Procura di Agrigento

Una sorridente Carola Rackete all’uscita dall’interrogatorio presso la Procura di Agrigento

Nessuno si toglierà le mutande, o altri capi di vestiario, per il carabiniere ammazzato questa notte da due maghrebini tutt’ora alla macchia. Ed è un bene. Se lo facessero quelli del PD, potrebbe essere una scomoda circostanza per verificare se c’è davvero differenza tra faccia e posteriore, nelle loro fisionomie e nei loro atteggiamenti. Non lo farà sicuramente, preferendo forme di solidarietà e protesta più serie, quel resto d’Italia che si identifica ormai nella maggioranza di centrodestra che ormai non viene più neanche interpellata dai sondaggisti, perché i risultati dei loro sondaggi ormai sono penetrati nella corteccia cerebrale e fanno paura a tutti gli opinion leaders che hanno fatto e detto di tutto e di più perché questo governo gialloverde andasse a catafascio, invece che dare vita alle riforme chieste dalla gran parte degli italiani.

Nel film che si sono fatti in quest’area eterogenea politico (minoritaria) -giornalistico – giudiziario – clericale, ciò sarebbe ancora possibile. Sarà, ma il passo decisivo per dare la spinta a questo governo, metterlo in crisi e poi andare a nuove elezioni non lo compie nessuno. Ci sarà un motivo?

Era tutto molto più facile quando Merkel e Napolitano facevano tutto per telefono. Crediamo che adesso l’attuale occupante del Colle la maggior parte delle telefonate non se le faccia più neanche passare, per non dover sentire di nuovo la voce dell’Europa che chiede, e soprattutto per non dover rispondere.

Chi ha a cuore l’Italia, la giustizia, la democrazia, il progresso, l’avvenire dei propri figli, domani consigli alle proprie compagne – se non ci arrivano da sole – di non togliersi nulla di dosso, e non per un discorso estetico. Si fa miglior figura a restare vestiti, e a rivolgere semmai un pensiero a quella famiglia che piange un ragazzo uscito di casa per fare il proprio dovere e non più rientrato. Ucciso a coltellate da una di quelle improbabili risorse a cui certi Governatori di Regione stanno pagando lo stipendio. O a cui certi Sindaci stanno conferendo la cittadinanza onoraria.

E bene sapere che il coltello che ha stroncato la vita a quel ragazzo in divisa l’hanno portato in Italia le Rackete di cui la nostra sinistra si infervora tanto facilmente. Sceglietevi meglio le vostre pasionarie. E tenetevi il reggiseno, date retta. Perfino la Marianna, sulle barricate di Parigi, dimostrò un minimo di pudore. E’ l’unico esempio francese che vale la pena di imitare, in questo momento.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

Lascia un commento