Dopo la qualificazione al turno successivo della Conference, la Fiorentina nella gara valida per la dodicesima giornata, affronta al Picco di La Spezia, i bianconeri della ex squadra di mister Italiano. Con l’orario delle 15.00 e la relativa distanza, altro esodo della tifoseria viola, che occupa per intero il settore ospiti, presenti più di 1.200 supporter. La Curva Fiesole come nelle trasferte di qualche anno fa, ritorna al romantico mezzo di locomozione, il treno regionale, un modo per ritrovare unità e compattezza, in questo inizio complicato, anche per il tifo organizzato.
Molti ex da una parte e dall’altra per le due squadre, dal mister gigliato, al direttore sportivo Macia nell’organigramma ligure, al portiere Dragowski (81 presenze, dal 2016 al 2019, con la pausa prestito ad Empoli). La formazione iniziale con il modulo del 4-3-3, Teracciano tra i pali, Dodò, Quarta, Milenkovic, Biraghi, Bonaventura, Amrabat, Mandragora, Ikonè, Jovic, Kouame.
Lo Spezia parte subito in attacco e si rende pericoloso in diverse occasioni, ottima risposta di Terracciano su l’attaccante Gyasi. I bianconeri creano ma è la Fiorentina che passa in vantaggio al quarto d’ora, da corner Biraghi crossa in mezzo all’area, dove Milenkovic salta più alto della difesa e con un colpo di testa manda il pallone in rete. Dopo quattro minuti bella azione con Ikonè che passa a Jovic, il cui tiro si ferma sul palo.
A meno dalla mezz’ora sul taccuino dell’arbitro Massa finiscono 4 ammoniti, gara molto fisica e nervosa interrotta da diversi interventi. I liguri continuano ad attaccare, Terracciano ancora provvidenziale su Agudelo. Al 35esimo arriva il pari dei padroni di casa, un rimpallo favorisce Nzola, davanti al portiere, che non sbaglia. Dopo un breve consulto al Var, per eventuale fuorigioco, il goal è confermato. Prima dell’intervallo, poche azioni di rilievo con gli ospiti attenti più a difendere che ad impostare.
Nella ripresa il primo cambio tra i gigliati entra Duncan per Amrabat ( ammonito). I viola dopo le incertezze iniziali sembrano acquisire più determinazione e si propongono in fase offensiva. La gara frammentata da cambi e falli. Al 62 esimo è il turno di Saponara la posto di Bonaventura. Si passa ad un 4-2-3-1, con Saponara trequartista.
Nell’ultimo quarto d’ora, azioni concitate e arrembanti, le due squadre cercano di chiudere la gara, Dodo rischia un autogoal per allontanare il pallone, Terracciano si supera su Strelec. Al 77esimo doppia sostituzione, Cabral e Terzic per Jovic e Dodo. All’82esimo, brutto intervento di Nikolaou su Cabral, dopo la visione al Var, l’arbitro lo manda in anticipo negli spogliatoi per rosso diretto.
Lo Spezia in inferiorità numerica negli ultimi dieci minuti. In questa fase, gara interrotta ripetutamente. Al 90esimo arriva il goal che decide la partita, Kouame per Saponara, con pallone che viene respinto da Dragowski, in area aggancia Cabral che trova l’ultimo spazio libero tra i difensori e mette in rete. Gioia incontenibile del brasiliano con tutta la panchina in campo, e sugli spalti con i cori incessanti dei tifosi che echeggiano nell’impianto. Nei 5 minuti di recupero, ultimo cambio, entra Maleh per Ikoné, con il successivo triplice fischio che decreta un importante e fondamentale successo dei viola.
Gara difficile e complicata, non bella, con un avversario ostico che in casa ha ottenuto i punti conquistati. La Fiorentina parte con i soliti limiti, le incertezze sulle ripartenze, la poca attenzione in difesa, subisce l’intensità e il ritmo che impone lo Spezia, sfortunata nel palo del serbo Jovic, ma in partita grazie alle parate del portiere. Cinica e concreta ai fini del risultato finale, tre punti fuori casa, sfatato il tabù in trasferta dopo 203 giorni, muove la classifica, che resta ancora deficitaria (13 punti, dodicesima posizione).
Sulla prestazione, abbiamo rivisto una squadra che ha messo carattere e volontà, dopo aver rischiato di soccombere (con una squadra inferiore tecnicamente), condizionata da episodi (espulsione) e da una piccola dose di fortuna. Per la prova dei singoli partiamo dal migliore in campo, il protagonista assoluto, il portiere Terracciano, un muro davanti la porta, attento, preciso, impeccabile ad inizio gara, nella ripresa provvidenziale. I compagni di reparto ancora con diverse incertezze ed errori, Milenkovic si nota per aver sbloccato il match e per il suo primo goal stagionale.
In mediana meno brillanti nel proporre Amrabat e Bonaventura, buono l’impatto di Duncan subentrato dalla panchina. In attacco Ikonè si nota in qualche buona giocata, parte da lui il pallone del goal finale. Jovic si mostra attivo in area avversaria, due occasioni sfortunate, Kouame meno brillante delle precedenti gare, ma sempre pericoloso, ottimo il tiro dal quale arriva il goal partita. Una menzione particolare, e un plauso non solo per la decisiva rete, va al brasiliano Arthur Cabral, attaccante arrivato con diverse aspettative da bomber, ma spesso oggetto misterioso per la sua collocazione in campo, tale da essere relegato in panchina.
Anche dopo le apparizioni di pochi minuti (nel finale contro l’Hearts) non ha mai mostrato dissapori e polemiche, grande professionista si è messo a disposizione del mister e dei compagni con carattere e volontà, pronto a dare il suo contributo. Seconda rete in campionato, (tre stagionali), tre punti pesantissimi e il ritorno alla vittoria che mancava dal 18 settembre, presupposti di un giocatore che ha dimostrato di poter far parte con merito, del reparto offensivo.
Per la Fiorentina finalmente una boccata d’ossigeno, per uscire dal momento negativo, per ripartire con ottimismo, per ritrovare gioco ed entusiasmo, per affrontare con la massima concentrazione e determinazione le ultime 4 gare, prima della sosta per i Mondiali.
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