Diario Viola Fiorentina

Una Fiorentina spenta e distratta

(Nella foto mister Vincenzo Italiano, di Paolo Giuliani)

Dopo una settimana impegnativa, con la vittoria in rimonta di Conference League che porta ai gironi della competizione europea, i viola affrontano una delle big del campionato. Nella Scala del calcio al Meazza di Milano, nel preserale delle 18.30, la sfida contro l’Inter. A poche ore dalla chiusura del calcio mercato, con le uscite di Amrabat e Jovic, e con l’ultimo rinforzo nella rosa del centrocampista Maxime Lopez.

Nel maestoso impianto sold aut in tutti i settori, 1700 tifosi colorano di viola la sezione degli ospiti. Negli undici titolari, con il modulo del 4-3-2-1, due novità rispetto alla precedente gara, partono dal primo minuto il portiere danese Christensen e l’attaccante argentino Beltran.

Questa la formazione completa: Christensen tra i pali, Dodo, Milenkovic, Ranieri, Biraghi, Arthur, Mandragora, Gonzalez, Bonaventura, Kouame, Beltran. Prima della gara, come su tutti i campi, un minuto di silenzio per le vittime della tragedia ferroviaria di Brandizzo.

Nel primo quarto d’ora buone azioni degli ospiti, che rischiano qualcosa con gli affondi dalla sinistra degli avversari, ma senza conseguenze. Si portano in avanti i gigliati, da una rimessa un tiro di Bonaventura termina alto.

Al 23esimo assist dalla destra di Dimarco per Thuram che con un colpo di testa batte Christensen, Biraghi e difesa disattenti e posizionati male, portano il francese figlio d’arte al primo goal in maglia nerazzurra.

Dopo lo svantaggio, la Fiorentina non trova reazione, le poche azioni di affondo offensivo, lasciano spazi enormi per le ripartenze degli avversari, l’estremo difensore danese limita i danni su una punizione di Calhanoglu. Nei tre minuti di recupero Thuram e Dumfries sbagliano da buona posizione.

Nella seconda frazione i primi cambi Kouame e Beltran lasciano il posto a Sottil e Nzola. I nerazzurri continuano a pressare, al 50esimo un tiro di Demfries dalla destra si ferma sulla parte bassa del palo con il pallone fuori dalla porta. Al 53esimo arriva il raddoppio dei padroni di casa, assist di Thuram per Lautaro che arriva a centro area e batte Christensen.

Mister Italiano prova la seconda doppia sostituzione per inserire nuove forze, escono Gonzalez e Bonaventura per Brekalo e Infantino. Ma sono i nerazzurri incontenibili, da un tiro di Dimarco in porta esce il portiere viola che non blocca il pallone ma travolge l’attaccante Thuram, rigore ineccepibile. Dal dischetto Chalanoglu porta a tre il bottino nerazzurro.

Mister Italiano tra gli ammoniti per proteste. I viola subiscono senza contrastare le azioni dell’Inter, ancora Thuram in diagonale di poco al lato. Un tiro di Sottil costringe il portiere Summer in una delle poche parate.

Dopo il cooling break per ritemprare le squadre, mister Inzaghi sostituisce quattro giocatori, dal neo entrato Cuadrado arriva l’assist per Lautaro che salta Milenkovic e con un gran goal manda il pallone in rete, Ranieri in scivolata non ferma l’attaccante argentino, la quarta rete che chiude di fatto la gara al 72esimo.

Al 75esimo esordio dell’ex Primavera 2004 Lorenzo Amatucci al posto di Arthur. Mentre cala il buio sulla squadra viola, gli spalti di San Siro si illuminano con migliaia di luci, una torcida per la squadra nerazzurra che padrona del campo domina in ogni parte.

L’Inter attento anche in difesa nelle poche azioni offensive, ma è Christensen che nega la tripletta allo scatenato Lautaro. Nei cinque minuti di recupero nessun episodio da annotare, con il triplice fischio che decreta una sconfitta pesante nel risultato e nella forma.

Una Fiorentina spenta e distratta mentalmente, con una precaria condizione fisica, anche se con la scusante di 5 gare disputate in due settimane (l’unica squadra in questo inizio di stagione), quasi gli stessi con un mini turn over, e con una squadra in costruzione con nove nuovi arrivati che necessitano di minutaggio e assemblaggio.

Inoltre nella sfida contro la corazzata Inter, ipotizzabile una sconfitta, un avversario tecnicamente superiore come squadra e singoli, arrivato alla sfida con due vittorie e zero goal subiti, un candidato sicuro per lo scudetto.

Una debacle che comunque coinvolge tutti i reparti, da quello difensivo con le maggiori responsabilità, 7 reti in tre gare sono un campanello d’allarme, al centrocampo i pochi recuperi non bloccano le azioni degli avversari e non danno nessun supporto all’attacco, a quello offensivo mai in grado di incidere sotto porta.

Nel post gara mister Italiano, con sincera autocritica evidenzia la brutta prestazione, ammette di aver voluto premiare gli stessi giocatori impegnati in precedenza, pur non essendo al massimo fisicamente, di evitare di sbagliare nelle scelte future, di migliorare per non commettere gli errori visti nella gara. Un plauso al tecnico che senza alibi o giustificazioni riconosce qualche sua mancanza, anche se aggiungiamo, sono i giocatori che vanno in campo, e che dovrebbero avere altri atteggiamenti.

Una serata difficile che per fortuna alla terza di campionato non porta nessun dramma, la stagione è lunga e come successo lo scorso anno, tutto si recupera e si perfeziona al meglio, dai giocatori agli schemi, ai risultati.

La prossima settimana il campionato si ferma per la sosta degli impegni delle Nazionali, un periodo da sfruttare per lavorare su testa e gambe, provare schemi e soluzioni, riprendere con convinzione e determinazione il primo tour de force, 7 gare tra campionato e Conference, per ritornare ad essere protagonista.

Autore

Patrizia Iannicelli

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