Diario Viola Fiorentina

Una grande delusione

(Nella foto di repertorio, Biraghi e Gonzalez, di Paolo Giuliani)

La Fiorentina entra nel vivo della sua stagione, con la seconda semifinale di Coppa Italia, al Gewiss Stadium di Bergamo, la sfida contro l’Atalanta.

Si parte della rete spettacolare dell’andata di Mandragora il 3 aprile, un esiguo vantaggio per le occasioni create, non concretizzate anche per la bravura dell’estremo difensore Carnesecchi, che chiude tutti gli spazi della porta.

Il restyling dell’impianto di Bergamo, crea diverse difficoltà alle associazioni del tifo ospite, per le numerose richieste rispetto ai tagliandi concessi, in totale nel settore preposto, circa 500 supporter gigliati, con il tutto esaurito dello stadio.

Dal punto di vista tecnico, l’allenatore Italiano rispetto alla precedente gara di Salerno in campionato, recupera tutti i giocatori, l’unico non convocato l’angolano Nzola, fermo per problemi personali.

Si parte con il modulo del 4-2-3-1, Terracciano in porta, Dodo a destra, Milenkovic e Ranieri centrali, Biraghi a sinistra, a centrocampo Bonaventura e Mandragora, in avanti Gonzalez, Beltran e Kouame, di supporto a Belotti.

Il tecnico Gasperini in tribuna per squalifica, a bordo campo il secondo Tullio Gritti. Gli ospiti con la quarta maglia, bianca con inserti rossi.

I viola partono bene con grinta e gestiscono la gara, i nerazzurri si difendono bene, squadre corte e attente, le prime azioni degli ospiti, il primo tiro di Belotti respinto dal portiere.

All’ottavo minuto errore di Mandragora, contropiede di Koopmeiners che si invola verso la porta e con un diagonale batte Terracciano, vantaggio dei padroni di casa. Una doccia fredda per i viola che stavano gestendo al meglio la gara.

Al 13esimo arriva il raddoppio della Dea, da centrocampo pallone per De Ketelaere che passa a Scamacca che con un gran tiro trova l’angolino a destra di Terracciano. L’arbitro La Penna richiamato al Var, annulla la rete per un precedente fallo di Koopmeiners su Beltran, all’inizio dell’azione che porta alla rete.

La gara prosegue in equilibrio, azioni offensive dei viola, ma sono gli orobici che quando si portano in avanti, mettono in apprensione la difesa ospite. Al 26esimo episodio dubbio in area bergamasca, il portiere Carnesecchi su una presa alta colpisce Gonzalez che cade a terra, l’arbitro fa proseguire.

Alla mezz’ora ancora un contropiede dei nerazzurri con un tiro del belga De Ketelaere che esce di poco al lato della porta. Dal capovolgimento di fronte Belotti serve Kouame il cui tiro viene deviato.

Nella fase finale ammonizione per Mandragora, che diffidato salta la prossima gara, dopo 4 minuti di recupero si va all’intervallo. Una prima frazione dove la Fiorentina costruisce con possesso e manovra di gioco, ma le occasioni da rete sono dei nerazzurri, che con la rete realizzata riportano in pari il risultato dell’andata.

Nella ripresa ancora pericolosa la squadra di casa, con un cross dalla destra di Zappacosta colpo di testa in area di Ruggeri, il pallone fuori di poco dalla porta di Terracciano.

Al 54esimo episodio chiave che condizionerà la gara dei gigliati, contropiede di uno scatenato Scamacca che viene fermato al limite dell’area da Milenkovic, per l’arbitro occasione da rete e ultimo uomo, punizione dal limite ed espulsione diretta del difensore viola, gli ospiti in inferiorità numerica per il resto della gara.

Nikola Milenkovic, foto di Paolo Giuliani

Mister Italiano costretto al primo cambio forzato, fuori Belotti per Quarta, Beltran trequartista dietro a Kouame e Gonzalez. Dalla conseguente punizione, gran tiro di Scamacca con deviazione della barriera in corner.

Al 59esimo seconda sostituzione esce Beltran per Duncan, si passa ad un 5-3-1. Dopo minuti di pressing dei nerazzurri, Kouame guadagna una punizione a sinistra, a pochi metri dall’area, si porta sul pallone Biraghi che crossa in mezzo, colpo di testa di Quarta che manda il pallone in rete, pareggio che favorisce i viola al passaggio per la finale.

Martinez Quarta, autore della rete viola, di Paolo Giuliani

Al 75esimo arriva la seconda rete degli orobici, con una splendida semirovesciata di Scamacca, si riportano in pari le reti realizzate, con i possibili supplementari.

All’83esimo il tecnico prova a rafforzare la difesa, in previsione di proseguire nell’extra time, con un triplo cambio, Ikone al posto di Kouame, Kayode per Dodo, Comuzzo (classe 2005) per Mandragora.

Gli orobici tutti proiettati in area, i gigliati resistono agli attacchi, 5 i minuti di recupero concessi dall’arbitro. Pressing totale dei nerazzurri, Comuzzo riesce a chiudere su Scamacca in area, ma il goal nell’aria arriva subito dopo in contropiede, con un diagonale dalla sinistra di Lookman.

Dopo il consulto Var, per una possibile posizione di fuorigioco dell’attaccante, il goal viene convalidato, con l’esplosione di gioia dei tifosi di casa, che dopo la gioia vissuta con l’impresa dell’eliminazione del Liverpool in Europa League, sono proiettati alla finale di Coppa Italia a Roma.

La gara per gli ospiti si chiude nel peggiore dei modi, con l’ultima azione, di nuovo in contropiede, spazi enormi lasciati senza marcature, con la cavalcata del croato Pasalic, subentrato a gara in corso (come l’autore della decisiva terza rete Lookman), che entra in area e realizza la quarta rete, che decreta una sconfitta pesante per i viola.

Sfuma il sogno di giocare la seconda finale di Coppa Italia consecutiva, per le solite ingenuità,  per episodi sfavorevoli (inferiorità numerica), ed errori individuali, anche se non sono mancate grinta cuore e volontà del gruppo, che ha ceduto solo nel finale, contro una squadra con una migliore differenza tecnica, anche nelle seconde linee.

Nel post gara tutto il dispiacere del tecnico, che rivolge un pensiero ai tifosi, con l’analisi della gara di poter arrivare ai supplementari, di essere stati in partita fino all’espulsione, episodio che ha penalizzato e condizionato il piano gara stabilito.

Sulla prestazione difesa in netta difficoltà, sul banco degli imputati, anche Terracciano meno brillante di altre occasioni, insufficienti Dodo e Kayode, il classe 2004 dalla rimessa laterale causa la terza rete nel finale, anche Ranieri e Biraghi  non danno supporto alle incursioni avversarie, il cross su punizione di Biraghi la sola nota positiva del difensore.

In mediana stesso discorso, Mandragora incerto propizia la rete del vantaggio, concede spazi aperti agli attaccanti, Bonaventura meglio nella prima frazione.

In avanti Gonzalez cerca di trovare spazi con qualche azione, lontano dal top player ammirato che risolve la gara, Beltran e Belotti (con qualche problema fisico) provano con spunti offensivi, non si risparmiano e lottano su ogni pallone, Kouame da esterno poco incisivo, anche se guadagna la punizione dalla quale scaturisce il pari.

Il migliore del match l’argentino Martinez Quarta, entra subito in partita e realizza la sua settima rete in campionato, al posto giusto un difensore d’assalto, con una media realizzativa migliore degli attaccanti.

Una grande delusione e il rimpianto di dover rinunciare a due competizioni (se si considera la formula della Supercoppa), con l’amarezza di aver ceduto negli ultimi 5 minuti in un finale traumatico e inaspettato, ma con la consapevolezza di una squadra che è andata oltre le proprie possibilità.

Una sconfitta subito da archiviare e trasformare in rabbia nelle prossime sfide, dalla doppia semifinale con il Brugge in Conference League, alla rincorsa in campionato con le 5 ultime gare, affinché questa lunga ed estenuante stagione, possa essere ricordata per l’entusiasmo degli obiettivi raggiunti.

Autore

Patrizia Iannicelli

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