Diario Viola Fiorentina

Unione di intenti

(Nella foto la tifoseria incita la squadra)

Dopo la sconfitta nei secondi finali all’Olimpico, la squadra gigliata, prepara la delicata, quanto sentita sfida contro la Juventus.

La società prima dell’ultima gara, ufficializza il primo storico allenamento a porte aperte nel quartier generale viola, il Rocco Commisso Viola Park.

La risposta della tifoseria non si fa attendere, tantissime richieste sul circuito on line della biglietteria, con ingresso omaggio ma con l’obbligo del tagliando per accedere nel centro sportivo.

Facilitati dalla giornata festiva, già dalle 13.30 si formano le code davanti l’ingresso, in attesa dell’apertura dei cancelli del magnifico impianto, che avviene pochi minuti dopo.

In attesa della sessione di allenamento fissata alle 15.00, i tifosi possono usufruire del servizio bar posizionato sotto la tribuna dei mini stadi, con vista campi da gioco, aperto da qualche giorno al pubblico per colazione e aperitivo serale, mentre lunedì, per la prima volta, è stata data la opportunità di seguire la gara dei viola.

L’occasione è gradita alle tantissime famiglie presenti, ma soprattutto ai bambini,  che accompagnati dal dg Jo Barone, hanno la possibilità di conoscere con un tour a loro dedicato la maestosità dell’impianto, dai campi ai padiglioni, alla palestra, al laghetto artificiale, alla casa colonica, con qualche foto e autografo con i giocatori.

Nelle tribune dello stadio Curva Fiesole, più di 1500 spettatori, accompagnano con cori contro i bianconeri, fumogeni e tantissimi applausi, in un clima di grande entusiasmo, l’ingresso in campo del mister e della squadra al completo.

Il presidente Rocco Commisso con la moglie Katherine, circondati dall’affetto del pubblico al loro arrivo, assistono da bordo campo alla partitella in famiglia.

Dopo il brutto infortunio subito con la lesione del crociato, si vede anche il terzino Dodo, che saluta mister e compagni, con la tifoseria che mostra il massimo supporto al brasiliano con applausi e incitamento, il suo rientro ancora lontano.

In campo la squadra si divide in tre gruppi, il primo i portieri con il preparatore Savorani, il secondo formato da Quarta, Gonzalez, Milenkovic, Biraghi, Duncan, che si cimentano in piccole corse e lavorano a parte, il terzo dei restanti giocatori con un torello di riscaldamento.

Dopo la prima fase inizia la partitella a campo ridotto, da una parte Vannucchi, Pierozzi, Yerry Mina (il centrale colombiano fermo per infortunio, recuperato in attesa di entrare in campo), Mandragora, Maxime Lopez, Barak, Kouame, Brekalo, Beltran, dall’altra parte Christensen, Comuzzo, Ranieri, Parisi, Amatucci, Dunca, Sottil, Infantino, Nzola.

Bonaventura jolly per le due squadre. Dalla tifoseria un coro personale per il centrocampista, sottolineato più volte. Il terzino Parisi si ferma poco dopo per una botta subita, ma pare solo per precauzione.

Il primo goal arriva dall’argentino Beltran accompagnato da ovazione, reti anche per Brekalo e ancora Beltran, si nota anche il portiere danese Christensen che chiude su Barak, Nzola ancora non concretizza, ma dalla tifoseria applausi di incoraggiamento.

In goal anche Maxime Lopez, dopo il solito impegno con poca reattività sotto porta arrivano due reti in pochi minuti dall’esterno Sottil che infiammano il pubblico. Dopo 45 minuti finalmente il goal dell’angolano Nzola festeggiato con grande fervore da tutta la tifoseria.

Al termine della sessione, tutta la squadra con mister Italiano e staff tecnico, il presidente Commisso e consorte, si portano sotto il settore occupato dai gruppi della Curva Fiesole, lo zoccolo duro del tifo, il cuore pulsante, il supporto incondizionato verso i colori viola, per ricevere un abbraccio virtuale con cori e applausi scroscianti, in un clima da vigilia di gara.

I giocatori lanciano palloni tra gli spalti, qualche giocatore la maglia. Il restante pubblico approva e si associa ai consueti incitamenti fatti di “Firenze, Firenze” Noi vogliamo 11 leoni”, “Torneremo, torneremo grandi ancor come nel ’56”.

Infine uno dei capi carismatici testimonia il pensiero di tutti, con un appello alla squadra, ribadisce di archiviare le due precedenti sconfitte come incidenti di percorso, ma esorta a dare il massimo già nella prossima gara con cuore e cervello, in una partita fondamentale mai come le altre.

Un discorso racchiuso in poche frasi per far capire l’essenza della città e il senso di appartenenza, la carica del popolo viola a sostegno della squadra.

Una giornata di festa che ha coinvolto tutte le componenti, proprietà, società, mister e staff, squadra e tifoseria, un’ unione di intenti per lottare e vincere insieme, per esser di Firenze vanto e gloria.

 

Autore

Patrizia Iannicelli

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