Crescono in in valore e calano in volume. Grazie alla rilevazione dell’Istat si evince che le vendite al dettaglio di dicembre sono lo specchio della realtà, cioè della crisi: si vende e si acquista di meno e i prodotti costano di più. E quel che colpisce di più è che il calo è dovuto alla diminuzione dei prodotti alimentari (-4,2%) non compensata dalla crescita degli altri prodotti (+1,9%). Eppure dicembre è il mese della abbuffate delle feste di fine anno… evidentemente ci si è abbuffati meno o in modo diverso.
Siamo forse davanti ad uno di quei non-comuni casi in cui le statistiche reali collimano con quelle percepite. Quindi, il pane che costa mediamente un 20-30% in più e il fatto che al bar un té arriva a costare anche il doppio rispetto a 1,5 precedente, non sono solo percezioni, ma corrodono il nostro portafoglio.
A dicembre, ovviamente, è ancora troppo presto per prendersela col governo che era tale da poco, ma se guardiamo a quanto lo stesso governo ha fatto durante il mese di gennaio, pur dovendo aspettare ancora un mese per saperlo con statistiche inoppugnabili, non ci sembra di essere strani se crediamo che abbia peggiorato la situazione (prezzi benzina, per esempio, che notoriamente condizionano le filiere di ogni prodotto,,, e non c’è riduzione del gas che tenga).
Bene, siamo nel cuore della tempesta e non sappiamo se ne stiamo uscendo, Per ora prendiamo atto che il governo si dilania e impegna sul 41bis e su Sanremo mentre dà regali a pioggia a varie corporazioni che dovrebbero garantirgli il consenso elettorale (benzinai, taxisti, balneari).
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