Rissa sfiorata al consiglio regionale. Succede che alla seduta di martedi scorso si presenta il presidente della giunta Enrico Rossi. A quanto pare, non succedeva da due mesi. I due consiglieri della Lega Nord Toscana Elisa Montemagni e Jacopo Alberti ritengono di segnalare il fatto all’opinione pubblica, postando sul social network Facebook la foto del governatore che ride rivolto alla vicepresidente Monica Barni, con il seguente commento: «Abbiamo da discutere valanghe di atti su crisi aziendali, la costa Toscana soffre, le nostre città sono sporche e invase dai clandestini. Ma lui, Enrico Rossi, entra in aula dopo mesi che non lo vediamo e ride. Ci aiutate a mandarli a casa nel 2020? »
Enrico Rossi, anch’egli evidentemente connesso al social network, sbotta cedendo ad una intemperanza che peraltro non gli è inusuale: «Questa politica è schifosa, non si può consentire tutto questo!», è la sintesi della sua reazione. Quando Alberti gli contesta l’atteggiamento veemente ironizzando sulla democrazia insita nella rivoluzione socialista propugnata dal governatore (uscito dal partito di maggioranza in consiglio regionale da oltre un anno – ndr), quest’ultimo rompe ogni argine minacciandogli «le mani sul muso».
Pronta la reazione di Eugenio Giani, presidente del consiglio regionale. Non soltanto per la sospensione opportuna della seduta, in attesa del raffreddamento degli animi. Ma piuttosto per il più discutibile divieto di accesso ai social network deliberato per le sedute del consiglio regionale, unico provvedimento adottato in merito all’accaduto.
A quanto pare, le minacce fisiche sono tollerabili, la libera espressione dei consiglieri nell’ambito della loro funzione politica (stabilita dalla costituzione e dallo statuto) invece no.
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