(Dal nostro inviato) – Dopo la rimonta subita a Cesena contro la neo promossa Spezia, la Fiorentina affronta nel preserale domenicale delle 18.00, l’Udinese. Una settimana difficile per la compagine viola, soprattutto per l’allenatore Iachini a rischio esonero, che ottiene ancora una volta la fiducia dal presidente Commisso.
Il Franchi deserto nella sua maestosità è stupendo, i colori del cielo lo rendono un quadro di rara bellezza, un’opera d’arte appunto. Una cornice che racchiude il prato verde con i suoi protagonisti, ma orfana di quella parte fondamentale che resta il cuore pulsante, l’essenza vera, senza la quale non avrebbe senso l’esistenza dello sport più amato e seguito al mondo: i tifosi.
Mentre a poche ore dalla gara viene firmato un nuovo Dpcm che pone altre limitazioni per le attività sportive e misure restrittive per il continuo aumento della curva epidemiologica, almeno per questo turno di campionato (quinta giornata), resta confermata la presenza dei mille tifosi negli stadi. Abbiamo potuto appurare di persona, tutte le precauzioni adottate all’interno dell’impianto ( disinfettanti per le mani agli ingressi prima di arrivare ai posti a sedere contrassegnati, controlli da parte degli steward per evitare code e assembramenti, mascherine obbligatorie ), ma dal nostro punto di vista purtroppo il distanziamento non ci è sembrato così evidente.
Lo stadio è un posto dove il contatto non si può evitare ne sugli spalti ne in campo, ed inevitabilmente, abbiamo notato gruppetti e spostamenti da un posto all’altro all’intervallo, code all’uscita anche con le raccomandazioni dello speaker che invitava a seguire le indicazioni degli steward. Insomma anche con tutte le regole e precauzioni, portare i tifosi allo stadio resta un argomento spinoso e complicato (nell’ultimo decreto si fa un passo indietro tornando a porte chiuse), che si risolverà quando si potrà avere libero accesso per tutti.
La Curva Fiesole con totale coerenza ha sottoscritto questo principio (o tutti o nessuno), consapevole di non poter fare distinzioni e preferenze per un numero esiguo di biglietti a disposizione. I tagliandi dei presenti sono stati offerti come inviti personali dalla società, una parte sono andati alle due associazioni che le hanno suddivise ai club (2 per ognuno), confermiamo l’assenza della Curva.
Dopo questa cornice di costume che ci sembrava d’obbligo (il calcio è passione ed emozione per tutti coloro che lo vivono), la nostra attenzione si sposta sulla cronaca e sulla gara in campo. La prima tegola, dall’inizio del campionato purtroppo diverse le defezioni dei giocatori per infortunio, ancora uno stop per il giocatore più rappresentativo, Ribery, costretto alla tribuna.
Il mister resta ancorato al modulo del 3-5-2, così gli undici di partenza: Dragowski tra i pali, Milenkovic, Pezzella (cap.), Caceres, Lirola, Bonaventura, Amrabat, Castrovilli, Biraghi, Callejon, Vlahovic.
I viola subito in avanti sono in vantaggio all’undicesimo con Castrovilli, azione partita da un cross di Biraghi. Gli ospiti dopo un’incertezza del portiere di casa Dragowski hanno l’occasione del pari immediato, ma lo stesso portiere recupera in extremis. Dalla paura al raddoppio, azione che parte da una punizione recupera palla Castrovilli che offre un assist perfetto al centro dove Milenkovic con un colpo di testa realizza il 2 a 0.
Alla mezz’ora il capitano Pezzella costretto a lasciare il campo, per una botta alla caviglia, con il supporto dei sanitari, al suo posto il neo acquisto Quarta, la fascia di capitano passa a Caceres. Nei minuti finali, al quarantunesimo, tornano i fantasmi della precedente gara, il gol di Okaka su cross di De Paul, che riapre la partita.
Nella seconda frazione di gioco i ritmi non sono entusiasmanti, ma al cinquantaduesimo i pochi presenti possono esultare al secondo goal di Castrovilli, palla che arriva dalla sinistra da Biraghi, il numero dieci si aggiusta il pallone, e con un gran tiro realizza un gol strepitoso, che porta sul 3 a 1.
Mentre la gara sembra al termine, i friulani, ben organizzati, non si arrendono e continuano a pressare verso l’area avversaria. Dragowski si esalta su un tiro ravvicinato di Okaka e salva la porta. Mister Iachini effettua due cambi, escono Vlahovic e Callejon, (deludente la prova di entrambi) per Cutrone e Kouamè.
La partita non offre spunti di rilievo, poche azioni, falli a centrocampo, anche Lirola costretto a lasciare il campo per uno scontro con Lasagna, che lascia per qualche minuto i viola in dieci. Ancora un doppio cambio fuori Lirola e Bonaventura per Venuti e Pulgar.
All’ ottantaseiesimo arriva il secondo goal dell’Udinese, ancora Okaka con un colpo di testa. Ultimi miniti con i cinque di recupero, in totale apnea, ma finalmente il triplice fischio finale, una boccata di ossigeno, tre punti necessari per la classifica e non solo. Nei commenti del post gara sembra emergere che la squadra è al fianco del mister, il gruppo è compatto, anche se si avverte la pressione dell’ambiente (da queste parti il bel gioco e le polemiche fanno parte del gioco, poi la pressione sui giocatori forse gli attuali non sanno cosa sia davvero, ndr).
Solite problematiche ed errori di sempre, il gruppo offensivo in affanno e senza concretezza, Vlahovic, Cutrone, Kouamè, ragazzi inesperti che hanno bisogno di tempo, manca un centravanti di spessore (lo aveva chiesto anche Iachini, cosi come un regista). Tra le new entry, Quarta deve trovare ritmo e ambientarsi nel calcio italiano, cosi come lo spagnolo Callejon, ancora indietro la sua preparazione, anche se ha giocato in ruolo non suo.
La difesa ancora disattenta e con qualche sbavatura di troppo, due goal al passivo sono segnali preoccupanti, il centrocampo ancora incerto, offre poca consistenza tra attacco e difesa, il regista che manca si nota, la nota lieta i progressi di Amrabat che recupera diversi palloni e vince sui contrasti. Ancora una buona prova di Biraghi che si conferma in ottima forma. Sul podio della gara sale Dragowski che dopo aver rischiato all’inizio in uscita, salva la porta e il risultato con belle parate, anche se tutti i riflettori sono per il numero 10 Castrovilli, con la sua prima doppietta.
Sotto gli occhi del CT Mancini, il talento pugliese sale in cattedra trascinando la squadra con due goal, ed un assist vincente. I numeri sono dalla sua parte, con quattro goal in cinque partite. Una prestazione che ha evidenziato i soliti problemi di gioco e manovra, una vittoria sofferta fino all’ultimo secondo, vissuta al cardiopalma dai pochi tifosi presenti, che meriterebbero una stagione più lusinghiera. Prossima gara mercoledì con il terzo turno di Coppa Italia al Franchi contro il Padova (squadra di serie C), una buona occasione per migliorare e passare il turno, ma soprattutto per affrontare con convinzione le prossime gare fuori casa contro Roma e Parma.
Lascia un commento